L'intervista
Strisciuglio (Trenitalia): «Corre l’Italia su rotaie, la Puglia ora è al centro»
Le tariffe non sono toccate da quasi dieci anni. Aumenteremo i servizi adriatica. Lungo la dorsale sarà strategico il raddoppio della Termoli-Lesina
Ivestimenti, cantieri, servizi, offerte. E i primi frutti, già nero su bianco, del Piano Strategico 2025-2029 per rispondere alle necessità di ammodernamento e potenziamento. Ma anche alle polemiche dovute ai disagi provocati dai cantieri e alle difficoltà che sta incontrando chi rientra nel Mezzogiorno durante le feste. Ferrovie dello Stato lancia il guanto della sfida e «spinge» la propria narrazione affidandola a all’installazione «Pensiero binario», approdata ieri nel piazzale della Stazione di Bari (ne riferiamo in basso, ndr). Un’occasione per fare il punto e ragionare, a tutto campo, sul ruolo che la Puglia avrà in un processo di sviluppo che pesa già diciotto miliardi.
Gianpiero Strisciuglio, barese, amministratore delegato e direttore generale di Trenitalia, il Piano strategico di FS 2025-2029 disegna un percorso di grandi investimenti su flotta e infrastrutture. In Puglia quali erano e quali sono le criticità cui porre rimedio?
«La criticità più importante, ma anche fisiologica, era quella di rinnovare la flotta. Un obiettivo già centrato, il 6 settembre scorso, con la presentazione del 50esimo treno regionale che, appunto, ha completato il percorso di ammodernamento».
Di cosa parliamo?
«Parliamo di cinquanta treni e 250 servizi giornalieri per 130mila possibili passeggeri, all’insegna dell’innovazione tecnologica e della possibilità di intermodalità. Ora la Puglia ha la flotta di treni regionali più giovane d’Italia e probabilmente d’Europa, con una età media sotto i cinque anni. È l’ossatura portante della mobilità del territorio».
Recenti rapporti, però, come «Pendolaria» di Legambiente, hanno segnalato, a fronte del ringiovanimento del parco mezzi, un calo dell’utenza per disagi dovuti a cantieri, ritardi e scarsi investimenti regionali. È il momento di fare sistema?
«Non c’è dubbio. Il sistema ferroviario funziona quando tutti gli attori riescono a dare il proprio contributo. Le interlocuzioni con gli amministratori locali, così come con gli stakeholders, sono fondamentali. Però il territorio ha grandi prospettive. Non fa mai male evidenziare gli aspetti più critici ma mi preme ricordare come la Puglia sia al centro del grande progetto di trasformazione infrastrutturale che stiamo realizzando».
Entriamo nel merito. Tutti gli occhi sono puntati sull’Alta velocità Napoli-Bari. A che punto siamo?
«L’ultimazione dei lavori è progressiva. Gran parte dei rilasci avverrà con le opere del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) nel corso del 2026. Con il graduale avanzamento infrastrutturale, progredirà l’offerta e miglioreranno i tempi di viaggio».
L’obiettivo tangibile, numeri alla mano, qual è?
«Le rispondo in maniera secca: collegare Bari con Napoli in due ore di percorrenza. E Bari con Roma in tre».
Il percorso dei lavori, però, provoca ovviamente dei disagi. Come risponde a chi se ne lamenta parlando di Puglia «isolata»?
«Ricorderei loro che sulla Bari-Roma ci sono dieci treni giornalieri, quindi cinque coppie. L’offerta dell’Alta velocità è rimasta sostanzialmente inalterata, un dato non scontato proprio a fronte della presenza dei cantieri. A questo si aggiungono ovviamente i collegamenti già presenti in Adriatica, storicamente numerosi, e quelli in via di potenziamento come, ad esempio, il raddoppio della Termoli-Lesina. Guardiamo le opzioni nel complesso: l’offerta della Frecce, degli Intercity, degli Intercity notte. La Puglia non è affatto isolata. È naturale che ci si lamenti dei disagi ma i lavori di oggi permettono lo sviluppo delle infrastrutture di domani con tutti i benefici che ne deriveranno».
In queste settimane si è posto il grande tema del «rientro» nel Mezzogiorno. Un problema di corsa ai biglietti ma anche di costi. Metterete in campo qualche strategia particolare?
«Partiamo dal presupposto che c’è una fortissima domanda, ritornata sostanzialmente ai livelli pre-Covid. E questo certamente ci fa molto piacere perché segnala il ritorno all’utilizzo del ferroviario anche su collegamenti di lunga percorrenza. Le tariffe, ci tengo a sottolinearlo, sono ferme da quasi 10 anni. È chiaro che, nei periodi festivi, si possono trovare più facilmente occasioni se ci si muove in anticipo. D’altra parte è molto probabile che chi si attarda arrivi a ridosso della partenza con tariffa piena e posti isolati».
In prospettiva, anche con un occhio ai flussi turistici, come si può contribuire a decongestionare la situazione?
«Con l’aumento della quantità di servizi per offrire ancora più soluzioni ai passeggeri, a chi vuole spostarsi da e per il Mezzogiorno, da e per la Puglia. La chiusura progressiva dei vari cantieri sarà preziosa anche in questo senso. Detta semplicemente, ci saranno più occasioni. L’impegno per la regione, ci tengo a ribadirlo, è massimo».
INCHINGOLO: «I DISAGI? IN GERMANIA HANNO INTERROTTO LA BERLINO-MONACO»
Una installazione per raccontare come cambia l’Italia su rotaie. Il racconto di una missione, tra investimenti e sfide ecologiche, che scorre a flusso continuo sugli schermi. È «Pensiero binario», iniziativa dal gruppo Ferrovie dello Stato, inaugurata ieri, che fino a mercoledì prossimo sarà possibile ammirare nel piazzale della stazione centrale a Bari. L’opera, realizzata dai designer Giulio Iacchetti e Luca Madonini, approda in Puglia dopo le tappe di Rimini, Milano, Roma e Bologna e narra la «trasformazione del Paese che il gruppo FS ha avviato attraverso un piano di ammodernamento della rete ferroviaria e della flotta di treni senza precedenti», come si legge nella nota. Attraverso filmati e dati che scorrono sugli schermi si possono vedere gli interventi in corso a cominciare da quelli che più di tutti toccano il futuro ferroviario della Puglia: i focus sulle linee Bari-Napoli e Termoli-Lesina. Il racconto prosegue con la narrazione dei cantieri attivi nelle stazioni del Tacco, il rinnovo della flotta regionale, la più giovane del Paese, e l’utilizzo di energia rinnovabile per alimentare i viaggi in treno.
«Questa installazione spiega il grande sforzo che il Gruppo FS sta conducendo in tutto il Paese per ammodernare la rete, le stazioni, l’accessibilità», spiega Giuseppe Inchingolo - Chief Corporate Affairs, Communication & Sustainability officer del gruppo FS - che continua: «Rappresentiamo in ogni singola città gli investimenti e i cantieri che toccano quel territorio. Un modo per far comprendere ai cittadini ciò che arriverà, al netto dei disagi del momento». Una narrazione, dunque, che mira a prendere in contropiede, punto per punto, il racconto delle storture e delle criticità. «Sulla puntualità ci sono progressi notevoli - racconta Inchingolo - certificati non da Ferrovie dello Stato ma da un’autorità terza. I regionali hanno una puntualità che supera il 90%, sulle Frecce c’è un miglioramento di 3 punti percentuali».
Ma il vero elemento al centro della discussione rimangono i cantieri. «C’è uno sforzo straordinario - conclude Inchingolo - per non interrompere le tratte. Pensate che in Germaina, in questo momento, è interrotta la Berlino-Monaco. Come se noi interrompessimo la Napoli-Milano. Ma non lo facciamo e non lo faremo».