Sabato 06 Settembre 2025 | 16:27

Fumarola: «Nessun investitore avvia la trattativa senza prima risposte su Aia e rigassificatore»

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Fumarola: «Nessun investitore avvia la trattativa senza prima risposte su Aia e rigassificatore»

«Non esiste cronoprogramma che tenga, se prima non sarà sciolto il nodo delle risorse»

Sabato 24 Maggio 2025, 12:48

12:49

Daniela Fumarola, segretaria generale della Cisl, nella crisi di Taranto e del gruppo Acciaierie d'Italia come si tutelano un sito strategico per l'industria nazionale e l’occupazione?

«Noi chiediamo il rispetto del piano di ripartenza dell’amministrazione straordinaria con i tre altiforni. Il Governo deve garantire il flusso finanziario per il funzionamento degli impianti. Tutti sappiamo che le attuali risorse sono finite e che servono gli investimenti per il piano di decarbonizzazione. Nessun investitore avvia la trattativa se non viene approvata l’Autorizzazione Integrata Ambientale e senza risposte sul rigassificatore. Questo significa che tutti devono esercitare la propria responsabilità a partire dalle istituzioni a tutti i livelli. Una cosa deve essere chiara: dopo tredici anni non permetteremo che la crisi ricada sui lavoratori e le loro famiglie».

Manca un cronoprogramma per rilanciare la fabbrica con il governo?

«Bisogna costruire insieme un progetto industriale capace di far convivere occupazione, risanamento dell'ambiente, tutela della sicurezza e della salute dentro e fuori la fabbrica. Non esiste cronoprogramma che tenga, se prima non sarà sciolto il nodo delle risorse. È indispensabile chiarire tutte le questioni aperte sugli investimenti necessari per la produzione di acciaio green, che in tutto il mondo è una realtà, e per poter aprire una discussione di merito con il nuovo investitore sul piano industriale e occupazionale. Nessun lavoratore deve essere lasciato solo, lo stato deve avere una presenza importante di garanzia per la rilevanza strategica che ha il settore dell’Acciaio per il Paese».

I dati sull'occupazione in Italia sono incoraggianti: i numeri del Sud cosa evidenziano?

«Ci sono segnali positivi e incoraggianti sul piano della crescita del Pil, dell’export, del turismo e soprattutto dell’occupazione stabile. La Puglia in particolare è tra le regioni più dinamiche e innovative nel Sud. Ma bisogna fare molto di più per rafforzare questo trend positivo. La Zes unica, i fondi di Coesione sono una grande opportunità. Sul Pnrr bisogna accelerare facendo ripartire gli strumenti partecipati di governance. L’Europa deve ripristinare all’Italia tutte le risorse sottratte con il blocco di “Decontribuzione Sud”. Servono risorse aggiuntive, da canalizzare su progetti concertati nel territorio, ben raccordati da una visione organica nazionale. Significa fra l’altro promuovere patti per lo sviluppo, l’occupazione e la legalità che garantiscono l’utilizzo completo e virtuoso di ogni euro, attività buone flessibilità negoziate, garantiscano condizionalità sociali, applicazione dei contratti, trasparenza e rispetto dei cronoprogrammi, sfruttando e mettendo in sinergia tutte le fonti nazionali ed europee di finanziamento».

La Cisl è stata il motore dell’approvazione della legge sulla partecipazione dei lavoratori nelle gestione delle aziende. Quali saranno gli elementi pratici che caratterizzeranno la buona applicazione di questa nuova normativa?

«La legge “Sbarra” è una conquista storica che può cambiare il volto delle relazioni industriali verso una vera democrazia economica».

A cosa si riferisce?

«È una "soft law" di sostegno alla contrattazione collettiva che può innalzare i salari e attivare meccanismi di produttività da ridistribuire nei salari. Non si tratta quindi di cominciare ma di continuare a contrattare, estendendo la partecipazione nelle aziende e in tutti i luoghi di lavoro, privati e pubblici. Questa è la nostra sfida. Abbiamo censito già oltre 150 accordi che si lavorano di questa materia. Ora abbiamo a disposizione una legge per sostenerli economicamente e diffonderli. Non c'è alcun settore o ambito economico dove non proveremo a potenziare il protagonismo dei lavoratori».

Referendum di giugno: Pd, 5S, Avs e Cgil sono per i cinque «Sì». La posizione della Cisl?

«Non abbiamo dato alcuna indicazione di voto, né abbiamo invitato le persone ad astenersi. Abbiamo approfondito i contenuti dei quesiti che riguardano il lavoro e li abbiamo giudicati assolutamente antistorici».

Fuori dalle priorità del nostro tempo?

«Sì. Servono nuove tutele universali che garantiscano ad ognuno sostegno al reddito, formazione continua, orientamento nel mercato del lavoro. Bisogna guardare avanti e non tornare indietro peggiorando il quadro normativo e le garanzie per i lavoratori. La nostra è una critica di merito. Resta poi che le riforme non si fanno con strumenti abrogativi e polarizzanti, destinati a lasciare vuoti e storture. C'è bisogno di un grande patto della responsabilità come avvenne nella stagione concertativa dei primi anni ottanta e novanta, che deve partire da salute e sicurezza, per affrontare i temi dei salari, pensioni, fisco, politica dei redditi, formazione, competenze, investimenti e politica industriale sostenibile. E dimentichiamo uno sguardo di umanità sulla politica internazionale: domani terremo un sit-in davanti all'ambasciata israeliana a Roma per chiedere lo stop delle violenze e permettere l'ingresso di aiuti internazionali per la popolazione palestinese stremata».

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