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Fumarola: «Ha acceso i fari su lavoro emarginazione e cultura dello scarto»

 
carmela formicola

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Fumarola: «Ha acceso i fari su lavoro emarginazione e cultura dello scarto»

La segretaria nazionale Cisl ai funerali con i leader di Cgil e Uil, Landini e Bombardieri

Domenica 27 Aprile 2025, 19:10

Confessa di aver versato qualche lacrima, ieri mattina in piazza. «Sembra impossibile che non ci sia più». Daniela Fumarola, tarantina, segretaria generale della Cisl nazionale, ha assistito ai funerali del Papa in compagnia dei leader di Cgil, Maurizio Landini, e Uil, Pierpaolo Bombardieri. Ricorda che quando aveva incontrato per la prima volta Francesco le era sembrato «una persona di famiglia. Ecco perché non mi è sembrato possibile che non fosse più lui, lì, a celebrare».

Qualcuno ha detto che la scomparsa di questo Papa lascia un vuoto difficilmente colmabile.

«Ma lui continuerà ad esserci. Io, da cristiana, a maggior ragione sento che lui c'è, la sua preghiera non mi mancherà. Non ci mancherà».

Un papa che ha saputo parlare anche al cuore dei laici.

«Infatti, è stato amato non solo dai cristiani. Ho incrociato in questi giorni laici, atei, agnostici che pure tenevano a dargli l'ultimo saluto, perché è stato un Papa che ha parlato a tutti, senza barriere, lo ha fatto con il cuore, attraverso parole e messaggi universali, a partire dalle bellissime encicliche».

È stato anche un Pontefice in controtendenza.

«Si è intensamente interessato a temi come il lavoro, la povertà, l’emarginazione. Lo ha fatto con parole semplici ed efficaci ma anche con gesti concreti, non dimentichiamo che ha acceso un faro sull’economia, sulla cultura dello scarto».

Temi cari al sindacato, d’altronde.

«E infatti ha sostenuto fino all’ultimo che mai le persone devono essere sacrificate sull'altare del profitto. Ed ha spronato tutti a fare qualcosa, a unire le forze. A noi diceva “includete nella cittadella del lavoro le persone che ne sono fuori”. Ha svolto un grande magistero fino all'ultimo».

In piazza San Pietro, insieme, i potenti della terra e gli ultimi, un piccolo popolo di privilegi e una folla di persone alle prese con il bisogno.

«Eppure questa contraddizione in piazza si è sciolta in una specie di armonia. A questo ho pensato, a come lui sia riuscito a tenere insieme i diversi mondi, quelli più opulenti e quelli più fragili. Ora, al di là della sistemazione logistica in piazza, si è sentita nell'aria una forte unità intorno alla sua persona e al suo messaggio. E probabilmente vedere leader mondiali e teste coronate star lì al suo cospetto è stata una conferma, per chi ha voluto esserci, del suo carisma, della sua forza».

Quale eredità ci consegna?

«L’attenzione alla centralità della persona, l’imporci una correponsabilità e una coerenza con i valori che ha trasmesso ai quali ognuno di noi si rifa. Noi dobbiamo continuare assolutamente con l'esercizio della responsabilità perché abbiamo davanti tempi difficili. Se ne esce se siamo uniti».

A proposito di tempi difficili, qualcuno teme ora per la successione e per un possibile salto indietro rispetto alle visioni di Bergoglio.

«Io sono credente. Affidiamoci allo Spirito Santo che ci darà il Papa giusto per il tempo che abbiamo da vivere. Non mi piace la dietrologia, non voglio affidarmi a considerazioni che non sono rispettose per il Papa, quello che è andato via e quello che verrà».

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