Sicilia - Mms per vendere la cocaina
ALCAMO (TRAPANI) - Per vendere la cocaina utilizzavano messaggi mms del telefonini, attraverso i quali facevano vedere la foto della droga agli acquirenti che l'acquistavano all'ospedale dei bambini di Palermo o in una chiesa della città.
Per questi fatti i carabinieri delle compagnie di Alcamo e Misilmeri stanno eseguendo 22 ordini di custodia cautelare in carcere emessi dal gip Antonio Caputo, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.
Si tratta, secondo gli inquirenti, dei componenti di una organizzazione che avrebbe gestito lo spaccio della cocaina servendosi anche di strumenti multimediali per tentare di sfuggire alle intercettazioni. Tutti sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.
Secondo gli investigatori la banda avrebbe utilizzato per spacciare anche alcune donne e ragazzi minorenni. A Palermo due dei posti in cui avveniva la vendita della droga era in una chiesa della zona di Villagrazia e dentro l'androne dell'ospedale dei bambini.
Per vendere la cocaina utilizzavano messaggi mms del telefonini, attraverso i quali facevano vedere la foto della droga agli acquirenti che l'acquistavano all'ospedale dei bambini di Palermo o in una chiesa della città.
Per questi fatti i carabinieri delle compagnie di Alcamo e Misilmeri stanno eseguendo 22 ordini di custodia cautelare in carcere emessi dal gip Antonio Caputo, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia di Palermo.
Si tratta, secondo gli inquirenti, dei componenti di una organizzazione che avrebbe gestito lo spaccio della cocaina servendosi anche di strumenti multimediali per tentare di sfuggire alle intercettazioni. Tutti sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti.
Alcuni dei provvedimenti vengono eseguiti in queste ore dai carabinieri oltre che nelle province di Trapani e Palermo anche a Como e Verona.
Secondo gli investigatori la banda avrebbe utilizzato per spacciare anche alcune donne e raganni minorenni. A Palermo due dei posti in cui avveniva la vendita della droga era in una chiesa della zona di Villagrazia e dentro l'androne dell'ospedale dei bambini.
L'indagine ha avuto l'input la sera di San Valentino dello scorso anno, quando i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Alcamo hanno bloccato, alle porte di Castellammare del Golfo, una «Peugeot 205» condotta da Pietro Parisi, che viaggiava in compagnia di Giovanni Zanca e Anna Biondo.
A bordo dell'auto i militari hanno trovato un panetto di hashish di 265 grammi ed un un piccolo taccuino, ritenuto un vero e proprio «libro mastro», sul quale erano riportati nomi e soprannomi con accanto numeri.
L'indagine, nel corso dei mesi, è poi confluita in un'altra attività investigativa svolta dalla compagnia dei carabinieri di Misilmeri. E' stata la Dda di Palermo a chiedere l'unificazione delle due inchieste.
Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati 18.000 euro in contanti.
«Si tratta di un'organizzazione criminale - ha detto il sostituto procuratore della Repubblica di Palermo, Maurizio Agnello, durante la conferenza stampa tenutasi stamani presso la Compagnia dei carabinieri di Alcamo - che quotidianamente riforniva decine e decine di spacciatori al dettaglio e consumatori».
Per il magistrato la scelta di luoghi inusuali per gli incontri - una scuola, il cortile dell'Ospedale dei bambini di Palermo ed il sagrato di una chiesa - «è stata fatta per mischiarsi tra altra gente, ignara di tutto, e non destare sospetti».
Durante la conferenza stampa è emerso inoltre che a giugno dell'anno scorso, uno degli arrestati aveva venduto la droga a Raimondo Mulè, il giovane di 24 anni di Camporeale, assassinato due giorni fa nelle campagne di Alcamo.