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Lidi, il 9 agosto c'è lo sciopero degli ombrelloni: balneari in rivolta

Lidi, il 9 agosto c'è lo sciopero degli ombrelloni: balneari in rivolta

 
Francesca Chiri

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Francesca Chiri

Lidi, il 9 agosto c'è lo sciopero degli ombrelloni: balneari in rivolta

Sulle concessioni nulla di fatto: restano quindi in stand by le analoghe manifestazioni di protesta, previste per il 19 e il 29 agosto

Mercoledì 07 Agosto 2024, 20:46

20:47

PUGLIA - Hanno aspettato l’ultima finestra rimasta aperta per consentire all’esecutivo di varare un provvedimento «chiarificatore» e che tutelasse i balneari dall’avvicinarsi della scadenza per l’avvio delle messa in gara delle concessioni demaniali marittime attualmente operanti: l’ultimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva. Ma il governo ha lasciato chiudere lo spiraglio senza alcun intervento, provocando l’ira di quella parte degli operatori che già aveva preannunciato la mini-serrata dimostrativa con il cosiddetto sciopero degli ombrelloni. Domani gli stabilimenti apriranno con due ore di ritardo, alle 9,30 del mattino.

«Non c’è ancora alcun provvedimento legislativo che dia certezza agli operatori pubblici e privati» affermano Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari (Fipe/Confcommercio) e Maurizio Rustignoli alla guida della Fiba/Confesercenti che si dicono quindi «costretti a confermare la mobilitazione». Allo stesso tempo non vogliono sottovalutare quel segnale arrivato da «fonti di governo» che hanno preannunciato un intervento in una delle prossime riunioni del Cdm. Restano quindi in stand by le analoghe manifestazioni di protesta, previste per il 19 e il 29 agosto.

Dopo la risposta dell’Italia a gennaio sull’ultimatum Ue per l’applicazione della direttiva Bolkestein, la Commissione europea «è in stretto contatto con le autorità italiane per discutere possibili soluzioni» sulle concessioni, riferisce intanto un portavoce dell’esecutivo Ue, ricordando d’altra parte che - nel quadro della procedura d’infrazione avviata nei confronti dell’Italia - «il parere motivato» spedito a Roma nel novembre scorso «è l’ultimo passaggio prima di un possibile deferimento alla Corte di giustizia Ue». Insomma, se il governo non prenderà una decisione a breve, la fine del percorso sarà in tribunale. E infatti anche il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, conferma l’interlocuzione in corso: «C’è un confronto sul parere motivato della Commissione europea che va avanti, con le sue complessità».

Ma le Regioni e i Comuni sono alle strette: alcuni hanno già iniziato a predisporre le gare per la messa in concessione, sapendo tuttavia che rischiano di essere fuori legge. «Il tempo delle promesse e delle chiacchiere è finito. Ora prendiamo noi in mano la situazione e portiamo i balneari verso un approdo sicuro. Facciamo da soli per salvare i nostri imprenditori e le nostre spiagge» annuncia ad esempio l’assessore regionale al turismo dell’Emilia-Romagna Andrea Corsini. Ma serve una norma nazionale. «Da questo fatto non se ne esce» dice Capacchione che ripete: «Ora è urgente trasformare i risultati del tavolo tecnico, la cosiddetta mappatura, in una norma giuridica, visto che anche la Corte di Giustizia ha chiarito che non si va a gara ovunque... Purtroppo la sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito che entro fine anno bisogna legiferare e intanto sta intervenendo anche l’Agcom sui Comuni». Intanto si rinvia a settembre anche il confronto sulla rimodulazione della Tassa di soggiorno, su cui in molti invocano un intervento anche per regolare il fenomeno dell’overtourism (l’eccesso di turisti): dopo la pausa estiva è previsto un tavolo tra governo e Comuni. «Non tutte le tasse sono una tassa. Quella di soggiorno, meglio sarebbe dire di scopo, non lo è», spiega la ministra Daniela Santanchè. 

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