Il siderurgico
Mittal scrive a Meloni: «Cerchiamo soluzione amichevole per l'ex Ilva»
Una lettera di Aditya Mittal rivolta alla premier e al sottosegretario Mantovano riapre il dialogo per le sorti dell'impianto siderurgico dell'ex Ilva
TARANTO - «Nonostante la differenza nelle nostre posizioni, ArcelorMittal è desiderosa di trovare una soluzione amichevole per proteggere l’attività di AdI e preservare gli investimenti che abbiamo effettuato nello stabilimento ex-llva dal 2018». Lo scrive Aditya Mittal, amministratore delegato di ArcelorMittal, nella lettera inviata alla premier Giorgia Meloni e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano per riaprire il dialogo sul dossier ex Ilva. La lettera, di cui si è appreso oggi il contenuto, è stata inviata due giorni fa.
«Abbiamo preso comunque atto della decisione del governo e quindi, al fine di assicurare un clean break (taglio netto, ndr), abbiamo offerto di cedere la nostra intera partecipazione a Invitalia, per un prezzo che riflette solo una frazione del nostro investimento per cassa. Sebbene Invitalia l’abbia rifiutata, tale offerta rimane sul tavolo nel caso in cui il Governo desiderasse riconsiderarla». E’ quanto spiega Aditya Mittal, amministratore delegato di ArcelorMittal, nella lettera inviata alla premier Giorgia Meloni e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano per riaprire il dialogo sul dossier ex Ilva.
«Comprendiamo che il governo - afferma l’ad della multinazionale - preferisce porre fine alla partnership con il nostro gruppo e selezionare un partner diverso con cui programmare il futuro di AdI, nonostante noi abbiamo aiutato AdI a completare in modo pieno e tempestivo il suo piano ambientale e a realizzare 2 miliardi di investimenti e sostenuto la sua attività durante il difficile periodo del Covid e della crisi dei costi dell’energia». Inoltre, «abbiamo acconsentito - prosegue Aditya Mittal nella lettera - di proseguire questa partnership oltre la formale scadenza di maggio 2022 prevista nell’accordo di investimento originario nell’aspettativa che il sostegno pubblico per AdI, offerto dalle amministrazioni precedenti, si materializzasse».
Se la preferenza «è che ArcelorMittal non esca subito, anche questo può essere realizzato. Siamo disponibili a rimanere come partner strategico di minoranza che fornisca esperienza tecnica e industriale per la joint venture con lnvitalia mentre il Governo decide una soluzione permanente per questo asset strategico di interesse nazionale».
La parte pubblica, sottolinea Aditya Mittal, riferendosi al recente decreto, «sembra avere optato per un e approccio unilaterale, basato su un’ulteriore a modifica ad hoc del regime di amministrazione straordinaria, rispetto a una soluzione negoziata. Desideriamo assicurarci che tale iniziativa estrema, che non sosteniamo in quanto destinata a produrre ripercussioni assai gravi per tutte le parti e stakeholder coinvolti non sia dovuta a un fraintendimento dell’attuale posizione di AncelorMittal e alle ragioni sottostanti».
Nella missiva Mittal conferma la posizione della multinazionale: «accettiamo - ribadisce - di essere diluiti al rango di azionisti di minoranza (e perdere il controllo congiunto e qualunque potere di veto o casting vote, ovvero voto decisivo) attraverso la conversione dei finanziamenti soci e un’iniezione di capitale da parte di Invitalia e, ciononostante, al fine di eliminare ex ante qualunque preoccupazione in materia di aiuti di stato, AM è altresì disponibile a contribuire in AdI Holding esattamente un terzo del contributo pubblico finalizzato all’acquisto dei rami».
Inoltre, «confermo che siamo disponibili - afferma l’Ad - a vendere la nostra partecipazione azionaria a un investitore che il governo dovesse indicare a un prezzo almeno pari a tale nostro ultimo contributo. lnvieremo all’ufficio del sottosegretario Mantovano un 'term sheet' che dettaglia questa posizione. Confidiamo - conclude Aditya Mittal rivolgendosi alla premier Meloni - che questa lettere convinca il suo governo che azioni unilaterali ed estreme sono sia indesiderabili sia superflue alla luce della proposta concreta e specifica che abbiamo presentato, e restiamo in attesa di essere contattati dal suo ufficio o dai suoi rappresentanti sui prossimi passi. Rimango personalmente disponibile a incontrarla quando le sarà possibile per finalizzare le nostre interlocuzioni».