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Ora Salvini apre al terzo mandato: l’appello di Decaro fa breccia anche tra i governatori.

 
Redazione online

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Ora Salvini apre al terzo mandato: L’appello di Decaro fa breccia anche tra i governatori.

Il sindaco di Bari potrebbe ricandidarsi alle urne comunali invece di attendere un anno per puntare alle Regionali, che si terranno nel 2025

Giovedì 26 Ottobre 2023, 05:35

GENOVA - I sindaci italiani incalzano il governo su una questione che sta a loro molto a cuore: chiedono che venga data ai primi cittadini la possibilità di svolgere il terzo mandato. E per ora incassano la piena disponibilità del vicepremier Matteo Salvini.

Alla 40ma assemblea nazionale dell’Anci in corso a Genova il presidente Antonio Decaro, ricordando di aver chiesto nelle settimane scorse un incontro alla premier Giorgia Meloni per discutere soprattutto di questo tema, ha spiegato: «Al governo abbiamo chiesto una cosa semplice: rispettare il principio di rappresentanza e di fiducia che ci lega ai nostri concittadini. Noi riteniamo che solo i cittadini dovrebbero decidere se confermare un bravo sindaco o mandarlo a casa come capita in tutti i sistemi democratici d’Europa. Solo in Italia questo non accade. Non sarà che hanno un pò paura dei sindaci e del loro rapporto con questo paese?».

La richiesta è condivisa da Salvini, che intervenendo oggi alla stessa assemblea, ha affermato: «Ritengo assolutamente sciocco, controproducente e lesivo del pubblico interesse dire di no al terzo mandato dei sindaci perché significa privarsi di professionalità e competenze». A Salvini ha fatto eco il governatore della Liguria Giovanni Toti: «In Italia uno può fare il ministro per 20 anni, il parlamentare per 50 anni, ma un sindaco di un comune di 20 mila abitanti non può fare un terzo mandato.È una cosa incomprensibile, un’indulgenza a quell’antipolitica che ha devastato questo paese».

Netta presa di posizione anche da parte del sindaco di Genova, Marco Bucci, secondo il quale i sindaci più giovani di mandati potrebbero farne anche quattro.

Decaro a Genova ha puntato il dito anche contro quella che giudica un’anomalia, insieme al limite dei due mandati: «Noi sindaci siamo l’unica figura istituzionale che per candidarsi in Parlamento deve dimettersi 6 mesi prima. Tuttavia, anche a pochi mesi dalla conclusione del mio mandato - ha precisato - non intendo venir meno all’impegno preso con i sindaci italiani : continuerò a battermi fino all’ultimo giorno per vederci riconosciuto il rispetto che il nostro ruolo merita».

Quindi l’allarme dall’ultima assemblea Anci alla quale partecipa da presidente nazionale. «Siamo preoccupati perché le fragilità nei nostri Comuni tendono ad aumentare, i sindaci le guardano negli occhi tutti i giorni - ha aggiunto Decaro - non abbiamo chiesto al Governo risorse in più negli ultimi due anni nonostante l’inflazione e il caro energia, ma ora ci ritroviamo con il rischio di avere 200 milioni in meno nella legge di bilancio per i prossimi anni. Stiamo tentando con i ministri di attenuare un taglio che non possiamo sopportare, rischiamo di non poter far fronte ai servizi comunali, in particolare a quelli sociali, che ci portano via il maggior impegno soprattutto negli ultimi mesi a causa delle fragilità». Ottenuto un via libera dal ministro Zangrillo sullo sblocco del turn over del personale nella p.a., Decaro è poi tornato a battere sui fondi del Pnrr. «Se i Comuni fanno più del 50% delle gare del Pnrr nel nostro Paese e hanno il 19% delle risorse, è un fatto matematico, c’è qualcuno che non ha ancora fatto le gare evidentemente. Noi i Piani urbani integrati nelle Città metropolitane li abbiamo aggiudicati al 100%. - evidenzia - I Comuni continuano a chiedere che gli venga spiegato perché una parte delle risorse del Pnrr vengono spostate sul Repower». 

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