L'intervista

Velardi: «L’armocromia di Elly? Tognazzi direbbe: una supercazzola»

Michele De Feudis

«La sua base elettorale è la più tradizionale della terra. Il Pd è un arcipelago di governisti, classe dirigente, non di amanti dell’irregolarità. Da qui il cortocircuito»

Claudio Velardi, giornalista ed esperto di comunicazione istituzionale, quanto è importante il look per una donna in politica?

«Oramai sono talmente narcisi anche gli uomini, che non farei tutta questa differenza. Chiunque svolge una funzione politica considera l’immagine un tema centrale. I politici, maschi e femmine, evocando una idea di sciatteria, mostrerebbero scarso rispetto per l’elettorato».

L’abito fa il… politico?

«È un effetto della Seconda Repubblica. Con l’irruzione nel Palazzo del campione della comunicazione, Silvio Berlusconi, si è affermata una attenzione differente e rilevante alle tattiche comunicative».

Da qui una serie infinita di aneddoti-spot.

«Tutti hanno provato a imitare il Cavaliere. Occhetto e la moglie Aureliana col bacio in pubblico, Bossi e la canottiera nella villa di Silvio, D’Alema e i risotti in tv più le scarpe da 500 mila lire. Poi Renzi su Vanity fair con il chiodo di Fonzie; Monti con il cagnolino nello studio televisivo, lui il “super tecnico”. Conte con la pochette».

Le leadership connesse all’immaginario…

«Ma quando entrano in questa dimensione, per mostrarsi accattivanti, i politici fanno una tavolata. Alla lunga l’elettorato chiede politica, non spot. La comunicazione è droga, droga pesante, che soppianta l’elaborazione politica, e ne prende il posto».

Il ruolo della consulente per l’immagine può rendere meno genuina la presenza pubblica?

«E’ del tutto evidente. Èlly ha una formazione molto americana, viene dalle campagne per Obama presidente. Pensa di trapiantare quelle tecniche in Italia, come se fossero gli Usa. Prova a non essere presente ossessivamente sulla scena politica. Negli ultimi due mesi ha detto poco, ma conta di piazzare colpi di immagine per accreditarsi come una leader del domani».

Cosa non torna?

«La sua base elettorale è la più tradizionale della terra. Il Pd è un arcipelago di governisti, classe dirigente, non di amanti dell’irregolarità. Da qui il cortocircuito».

Permetta un neologismo: siamo nell’era dell’«Armocromunismo».

«Questa è una croce che Schlein si porterà addosso».

Il look di Giorgia Meloni?

«Non ha più un abbigliamento da militante, ma da sobrio capo di governo, non stona troppo. Un percorso tradizionale il suo».

L’eleganza per eccellenza di una donna in politica?

« Nilde Iotti e Anna Finocchiaro. Le racconto un aneddoto personale».

Prego.

«Quando sono stato assessore regionale, prima di annoiarmi e mandare tutto al diavolo, mi presentai con un maglioncino rosa e mi criticarono tutti… Un politico deve essere ricordate se fa cose buone...».

Dicevamo dell’armocromia. Se fosse in vita Ugo Tognazzi…

«Direbbe che è una supercazzola. Sappiamo tutti i colori che si accoppiano… La personal shopper di Elly, Enrica Chicchio, ora avrà altri clienti, ma le consiglierei di trovarsi un mestiere più solido».

L’ultima battuta: la più elegante del parlamento italiano?

«Mara Carfagna, ex ministro, colpisce sempre per stile». 

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