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La marcia dei sindaci oggi a Napoli. Davide Carlucci: «Non torniamo indietro di 20 anni»

 
Rosanna Volpe

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Rosanna Volpe

La marcia dei sindaci oggi a Napoli. Davide Carlucci: «Non torniamo indietro di 20 anni»

Coordinatore della Rete Recovery Sud e sindaco di Acquaviva delle Fonti, è uno dei promotori della manifestazione contro il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata

Venerdì 17 Marzo 2023, 13:13

«C’è una protesta che serpeggia in tutto il paese da mesi. Alla manifestazione di Napoli parteciperanno anche Comuni del nord Italia che vogliono un paese che sia innanzitutto solidale. Efficiente, ma solidale». Davide Carlucci coordinatore della Rete Recovery Sud e sindaco di Acquaviva delle Fonti, è uno dei promotori della manifestazione contro il ddl Calderoli sull’autonomia differenziata.

Sindaco perché vi sentite penalizzati dall’Autonomia?

Perché non è altro che il riconoscimento, da parte dello Stato, dell’attribuzione alle Regioni di nuove competenze. Tra queste c’è anche la possibilità di trattenere il gettito fiscale che non sarebbe più distribuito su base nazionale, a seconda delle necessità: in altre parole, si basa sulla capacità fiscale dei cittadini. È evidente che il Sud Italia ha capacità inferiori in questo senso e quindi meno diritti. Una modalità che aumenterà le disuguaglianze già accentuate dalla riforma del del titolo V.

Quali sono i servizi a rischio?

Sicuramente la scuola e la sanità. Non escludo che possano esserci ripercussioni anche sulle infrastrutture. A rischio è sicuramente l’organizzazione dei Comuni e i servizi che sino ad ora siamo riusciti ad offrire con non poche difficoltà.

L’Anci cosa può fare per difendere le risorse dei comuni?

L’Anci già ha messo dei paletti molto chiari sulla riforma. E noi in Puglia stiamo preparando un documento per rivendicare un numero di dipendenti comunali alla pari con il resto d’Italia. Ad oggi, infatti, siamo ultimi in classifica. Alcuni sindaci, però, stanno ostacolando la nostra battaglia, forse sono troppo vicini al Governo e alle sue posizioni

Non basta l’introduzione dei Lep?

I livelli essenziali di prestazione in base alla Costituzione tutelano i diritti civili e sociali di tutti i cittadini. L’entità dei finanziamenti, dunque, andrebbe stabilita prima delle richieste di autonomia, in modo tale da avere chiaro il fabbisogno di ogni regione richiedente. In base al ddl, invece, si dà al governo un anno di tempo per decidere i Lep e le Regioni possono formulare un’intesa anche senza il decreto del presidente del Consiglio che dovrebbe stabilire l’entità dei Lep, distribuendo così i finanziamenti in base alla spesa storica di ciascuna Regione. Questo assicurerà maggiori finanziamenti alle regioni del Nord, in quanto hanno più risorse e una spesa storica più alta, e meno a quelle del Sud. I Lep erano stati promessi anche ai tempi della riforma del titolo V: li stiamo aspettando da 20 anni.

Nel Pd Bonaccini e Giani sono a favore del nuovo regionalismo

Bonaccini aveva una proposta diversa di autonomia differenziata, ma ha sbagliato ad aprire la questione. In questo paese le emergenze sono altre e questo decreto è lontano dagli effettivi bisogni dei cittadini. C’è il problema del precariato, dei giovani che scelgono di andare via, della sanità e delle infrastrutture. Queste sono le priorità. Il decreto Calderoli invece spaccherà solo l’Italia e creerà disuguaglianze dando più potere a regioni che già ne hanno tanto.

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