Marco Rizzo, presidente onorario del Partito comunista (guidato da Alberto Lombardo), ieri a Gioia del Colle. Quel l’obiettivo per una forza comunista in Italia?
«Tra Covid e guerra, siamo in una condizione di straordinarietà, nella tenaglia tra possibile disastro economico, e il rischio della terza guerra mondiale. Se ci sarà una guerra nucleare, sarà in Europa. E per ciò servono azioni straordinarie: in questo contesto un partito comunista partecipa a un fronte più ampio, per prefigurare un modello diverso di sistema».
Da qui la sfida di Democrazia sovrana popolare?
«Stiamo assieme a persone, come Francesco Toscano, e aree politiche che non su tutto la pensano come noi, ma con cui abbiamo identità su guerra, lavoro, ruolo dello Stato e lotta al politicamente corretto. I comunisti partecipano a un grande progetto politico unitario, che parte dal sovranismo, nella nostra storia da Gramsci alle esperienze nazionali che hanno portato alle rivoluzioni. Che Guevara diceva “patria o muerte”, ma una patria diversa da quella della Meloni, sovranista di cartone, filoUsa e neoliberista».
Le prossime comunali pugliesi?
«Usiamo le elezioni come strumento. Faremo valutazioni sull’organizzazione delle dinamiche politiche. Dobbiamo stare dentro e fuori il parlamento. Ci saremo alle Europee».
Il Pd torna a sinistra con Elly Schlein?
«No, la sinistra della Schlein è l’altra faccia della Meloni. Sulle questioni complesse, come pace e guerra o sistema economico liberista, Schelin è speculare a Giorgia. Se il premier invia le armi all’Ucraina sono in bianco e nero, se le manda Elly sono dipinte di rosa. La Schlein rappresenta il manifesto di Sanremo, un prodotto da laboratorio del politicamente corretto, come le Sardine».