Dopo la tragedia

Giovedì il cdm a Cutro, Mattarella chiede passi concreti

Meloni smentisce tensioni governo ma chiede analisi vicenda

BARI - «Il cordoglio si traduca in scelte concrete, operative, da parte di tutti, dell’Italia e dell’Unione europea, perchè questa è la risposta vera» da dare dopo la tragedia dei migranti a Cutro. Ora basta parole, sembra dire il presidente della Repubblica dall’università della Basilicata dove con poche efficaci frasi ha chiesto concretezza al governo ed un segno di vita all’Europa. Ma non solo, Sergio Mattarella ha anche spiegato con chiarezza che se intere famiglie lasciano «con dolore» il loro Paese i motivi ci sono.

Una presa di posizione netta che non lascia indifferente l'esecutivo che, con una mossa, giudicata propagandistica dall’opposizione, sceglie di convocare un Consiglio dei ministri sul tema proprio nei locali del comune di Cutro. Maggiore accoglienza per gli immigrati regolari e guerra aperta ai trafficanti, la linea da affrontare nella riunione. Da Chigi si spiega che il governo sarà presente al completo e che è allo studio anche un gesto simbolico. Ma si assicura anche che il cdm varerà misure concrete, e che sarà solo l’inizio di un percorso.

Come conferma il ministro degli Esteri Antonio Tajani spiegando che si deve «favorire l’immigrazione regolare. Possiamo portare - ha garantito - decine di migliaia di immigrati regolari in Italia, formati nei loro Paesi, perché le nostre aziende ne hanno bisogno». Certo il tutto è condito con continue pressioni su Bruxelles affinchè la più volte declamata solidarietà europea si trasformi anch’essa in azioni concrete e ben finanziate. Non a caso la Commissione europea ha fatto sapere che la lettera inviata dalla premier Giorgia Meloni sulla necessità di agire in maniera concordata con la Ue sul dossier migranti viene esaminata con attenzione. E che a breve arriverà a Roma una risposta su come velocizzare il controverso Patto sulla migrazione. La Commissione Ue ha anche ribadito che in ogni caso le vite in mare vanno salvate e su questo sembra concordare anche il capo dello Stato. Dall’università di Potenza ha infatti sottolineato quanto la tragedia di Cutro abbia «coinvolto e commosso» gli italiani. Anche perchè, ha aggiunto, ne sono stati coinvolti anche molti profughi afgani, cioè gente che fuggiva da uno dei regimi più oscurantisti del pianeta. «I profughi afgani ci hanno fatto tornare in mente quanto il nostro Paese ha fatto due anni fa, con la presa del potere dei talebani, per portare in Italia tutti i cittadini che hanno collaborato. Nessuno è stato lasciato, tutti sono stati accolti in Italia. Ci tornano in mente - argomenta il presidente - le scene dei cittadini che all’aeroporto di Kabul imploravano un passaggio e ci fanno comprendere perchè intere famiglie cercano di lasciare la loro terra per cercare un futuro altrove».

Su questa minore o maggiore empatia si gioca la partita politica e sembra evidente che la premier, pur negando dissidi interni con i ministri Salvini e Piantedosi, voglia percorrere una strada di maggiore attenzione e comprensione sul tema. Nessun dubbio sul fatto che non ci sia stata alcuna pecca da parte dell’esecutivo nella gestione della vicenda, anche se alcuni punti devono essere chiariti fino in fondo, in attesa dell’inchiesta aperta dalla magistratura. E non è detto che tutti questi particolari non vengano approfonditi con Salvini e Piantedosi.
Intanto, c'è la convocazione del Cdm a Cutro: Un tentativo di cogliere il pensiero profondo di Mattarella che anche oggi ha cercato di spiegare quanto sia sterile il pensare di chiudere in recinti nazionali il senso profondo di parole come libertà e diritti: «la libertà non è effettiva se non è appannaggio di tutti in un mondo che è sempre più una comunità. La libertà e i diritti non sono divisibili». 

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