La sentenza
Una valanga di assoluzioni e cinque condanne per la tragedia di Rigopiano
In aula le urla dei parenti delle 29 vittime: «Ingiustizia è stata fatta». Due anni e otto mesi al sindaco di Farindola
Rigopiano di Farindola (Pescara) - Cinque condanne e 25 assoluzioni per la tragedia di Rigopiano. E in aula, dopo la lettura della sentenza, scoppia il caos, tra urla e contestazioni dei parenti delle 29 vittime della valanga che si abbattè sull'Hotel Rigopiano il 18 gennaio del 2017.
Due anni e otto mesi sono stati inflitti dal gup del Tribunale di Pescara al sindaco di Farindola (Pescara) Ilario Lacchetta. Assolti l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo e, l’ex presidente della Provincia, Antonio Di Marco.
Dopo oltre sei anni dalla tragedia, 1.318 giorni dalla prima udienza del 16 luglio 2019, ben 15 rinvii e le aule separate in piena emergenza Covid, è arrivata la sentenza di primo grado.
Il pomeriggio del 18 gennaio del 2017 migliaia di metri cubi di neve spazzarono via tutto, la struttura, ma soprattutto 29 vite umane. Alla sbarra c'erano esponenti politici, funzionari, dirigenti prefettizi e i gestori dell’Hotel, per ipotesi di reato che vanno dal disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni plurime colpose, falso ed anche depistaggio ed abuso edilizio.
Il Procuratore Giuseppe Bellelli nella sua requisitoria aveva auspicato «una sentenza che in nome della Costituzione e del Popolo Italiano affermi il modello di Amministratore Pubblico che aveva il dovere di prevedere il peggio ed evitare la tragedia» invocando circa 150 anni di condanna per i 26 imputati, dai 12 anni all’ex Prefetto Provolo, agli undici anni e 4 mesi per il sindaco di Farindola Lacchetta ed il suo tecnico comunale Colangeli, ai 10 anni per i dirigenti della Provincia di Pescara D’Incecco e Di Blasio Quasi tutti gli avvocati difensori, invece, hanno puntato sull'assoluta imprevedibilità dell’evento. In aula i parenti delle 29 vittime che si sono costituiti in un Comitato.
«Vergogna vergogna. Ingiustizia è fatta. Assassini. Venduti. Fate schifo». Queste le urla dei parenti delle vittime di Rigopiano alla lettura della sentenza. Alcuni di loro sono stati trattenuti a stento dalle forze dell’ordine. Uno dei superstiti della tragedia ha anche minacciato il giudice: «Giudice, non finisce qui». Giampaolo Matrone, 39 anni, di Monterotondo, sotto la valanga perse la moglie Valentina Cicioni, infermiera al Gemelli.