Il caso

Concorso Arpal, c’era una domanda errata ma qualcuno ha fatto 30 su 30

Massimiliano Scagliarini

Il concorso a tempo indeterminato in cui sono idonei politici appartenenti a Puglia Popolare (e loro parenti). I consiglieri regionali: va azzerato tutto.

BARI - Un «browser» non è «hardware», non è un «server» e non è un nemmeno un «collegamento a Internet». La definizione corretta è un «programma di computer» (dizionario Treccani) o più precisamente un «client» (Ugo Lopez, ingegnere informatico di Bari). Eppure, nonostante le tre risposte offerte in uno dei test somministrati agli scritti del concorso Arpal di lunedì siano «tutte e tre errate» (sempre Lopez), ci sono state 15 persone che anche grazie a quella domanda sono diventate idonee a punteggio pieno.

Al concorso per 18 posti di assistente amministrativo hanno partecipato in 1.700 su circa 4.258 iscritti. Gli idonei (che hanno superato lo scritto) sono appena 59, di cui 24 hanno totalizzato 30 punti su 30. Molti di loro, come la «Gazzetta» ha documentato ieri, sono iscritti (o sono parenti di militanti) della lista Puglia Popolare dell’ex direttore generale Massimo Cassano, di cui è segretario provinciale a Lecce il dirigente del Personale di Arpal, Luigi Mazzei. E il vicesegretario di Puglia Popolare a Lecce, l’agronomo Adamo Fracasso, era componente della commissione di questo concorso.

La coincidenza delle parentele politiche tra gli idonei non si esaurisce con i nomi già emersi ieri...

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