Lo scenario
«Puglia ad alto rischio e si costruisce al buio»
La denuncia: manca ancora una mappatura aggiornata
BARI - La Puglia è tra le regioni più colpite da fenomeni meteo estremi: ben 112 negli ultimi 13 anni secondo il rapporto dell’Osservatorio CittàClima 2022 di Legambiente. Eppure le armi per difendersi, per evitare pesanti danni e salvare vite umane, sono ancora spuntate. A partire dalla cartografia geologica, vecchia di 40 anni, inadeguata per individuare rapidamente le zone a rischio. Così si continua a costruire «al buio», incuranti dei pericoli.
L’allarme è lanciato dai geologi pugliesi, che con la presidente dell’Ordine, Giovanna Amedei, invitano ad accelerare gli studi geologici e la nuova mappatura, giudicata essenziale. «In Puglia, come purtroppo in gran parte d’Italia - sottolinea Amedei - è assente uno dei più importanti strumenti alla base di una corretta pianificazione territoriale, una cartografia geologica aggiornata».
A che cosa serve?
«È impossibile pianificare su un’area senza conoscere la natura del sottosuolo, la propensione ai cedimenti, all’erosione e al dissesto. Non è pensabile progettare un nuovo quartiere cittadino, una nuova zona industriale o realizzare qualsiasi altra iniziativa edilizia senza una conoscenza accurata e aggiornata dell’ambiente in cui gli interventi incidono, a partire dai rischi idrogeologico e sismico».
Perché, come denunciate, la mappatura completa è ancora quella del 1976?
«La mancanza di finanziamenti statali ha fermato il progetto “Carg”, Cartografia geologica e geotematica, avviato alla fine degli anni ‘80. Prevede la realizzazione e pubblicazione della cartografia geologica dell’intero Paese in scala 1:50.000, in sostituzione della vecchia cartografia in scala 1:100.000, realizzata a partire da 1877 dal Servizio geologico d’Italia. Disporre di informazioni di maggiore dettaglio permetterebbe di fare scelte oculate al momento di pianificare per costruire. E il caso Ischia dimostra che questo può fare la differenza tra la vita e la morte».
Vuole dire che la tragedia di Ischia si sarebbe potuta evitare?
«Il disastro era annunciato. Il foglio “Carg” 464 attesta che il percorso delle acque per raggiungere il livello base coincide proprio con il porto di Casamicciola».
In Puglia qual è la situazione?
«Dopo quarant’anni, per l’intera regione sono stati pubblicati solo 14 fogli sui 54 previsti. Attualmente è in corso di realizzazione un unico foglio».
E quali sono le aree più a rischio?
«Alcune zone del Subappennino Dauno presentano da sempre forti criticità idrogeologiche, legate sia alle piogge che alle frane, che ai corsi d’acqua a volte tombati. Ma i problemi ci sono in tutta la regione, e spesso i Comuni non li segnalano, anche per la mancanza di personale adeguato. Sarebbe necessario introdurre negli uffici degli enti locali figure specializzate nella “lettura” del territorio come sono i geologi ma non solo. È poi necessario promuovere la conoscenza del proprio territorio, coinvolgendo anche le scuole per capire dove si vive e gli eventuali pericoli. Bisogna dire basta alla pianificazione al buio e predisporre gli strumenti adeguati, altrimenti tragedie come quella di Ischia si ripeteranno. L’Italia, compresa la Puglia, è un grande ammalato dal punto di vista idrogeologico. Se ci si limita a guardare senza fare nulla il paziente si aggrava».