previdenza

Allarme pensioni da fame nel futuro dei pugliesi

Marco Seclì

Col sistema contributivo puro, importi di appena 300 euro al mese. La Gestione privata non riesce a offrire prestazioni dignitose ai lavoratori precari

BARI - Ci sono 739.077 pugliesi che vivono in media con 883, 61 euro di pensione al mese. Altri 346.240 che sbarcano il lunario con, sempre in media, 579,51 euro mensili del reddito di cittadinanza. Ma le prospettive per le fasce deboli della popolazione regionale sono ancora più nere, perché l’estensione del regime contributivo puro, specie per i lavoratori con contratti a termine e precari (che contano sulle prestazioni della Gestione privata) comporterà un’ulteriore sforbiciata a somme già ai limiti della sussistenza.

Basti pensare che, limitandosi alle sole pensioni di  vecchiaia 2021, gli importi calcolati secondo il sistema retributivo ammontano a 1.044 euro. Per le pensioni calcolate invece secondo la Riforma Dini, con il sistema misto (retributivo e contributivo), la pensione media scende a 798 euro, mentre con il contributivo puro (che a fine 2021 riguardava 21.055 unità, il 2,8% dei pensionati pugliesi) si passa alla miseria di 317,53 euro mensili.

All’orizzonte, salvo interventi di correzione, c’è un futuro di pensioni da fame per un numero sempre maggiore di pugliesi.

La fotografia del presente è stata scattata dall'Inps Puglia nel Rendiconto sociale 2020-2021, il biennio più difficile del nuovo millennio, segnato...

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