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Confagri, la Puglia seconda in Italia per il numero di imprese agricole al femminile

 
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Confagri, la Puglia seconda in Italia per il numero di imprese agricole al femminile

L'elaborazione Centro studi di Confagricoltura su dati Unioncamere in occasione della Giornata Internazionale delle donne rurali, sabato 15 ottobre. Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna: «Il ruolo delle donne in agricoltura si fa primario»

Giovedì 13 Ottobre 2022, 16:08

ROMA - «Si afferma il ruolo delle donne in agricoltura. Impegnate a pieno titolo nel primario: sono cresciute, seppur in modo contenuto, come conduttrici d’azienda e più che raddoppiate, soprattutto grazie all’impegno delle più giovani, nelle società di capitali e di persone». Lo ha detto Alessandra Oddi Baglioni, presidente di Confagricoltura Donna, in occasione della Giornata internazionale delle donne rurali che si celebra il 15 ottobre, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 18 dicembre del 2007.
«In campagna e nelle aziende agricole le donne ci sono sempre state e in silenzio, con le loro intuizioni, portavano innovazioni. Oggi - ha continuato Oddi Baglioni - comunicano, si confrontano, fanno rete ed è cresciuto il loro impegno nelle imprese e per la valorizzazione dei territori e delle colture. Parallelamente, negli ultimi anni, si va consolidando la tendenza in aumento delle iscritte alla facoltà di Scienze agrarie».
Le imprese attive condotte al femminile, complessivamente, in agricoltura sono 204.214. Il maggior numero di imprese agricole femminili in assoluto è in Sicilia con 24.831 (+1,7 negli ultimi 2 anni), seguita da Puglia (23.361) e Campania (21.406). A livello delle province, la medaglia d’oro va a Trieste con un incremento del 6,92%, quella d’argento a Lecce (+6,59%) e il bronzo a Como (+5,48%); al quarto posto Rieti, con + 4,4% (Elaborazione Centro studi di Confagricoltura su dati Unioncamere). Secondo i dati dell’Ente Bilaterale Agricolo Nazionale aumentano lievemente le lavoratrici dipendenti: impiegate, quadri e dirigenti, che raggiungono il 47% degli occupati. Le operaie rappresentano il 32% del totale. Quelle straniere sono complessivamente, il 24%, di cui il 39% comunitarie e il 17% non comunitarie. 

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