Caro energia
Gas, per riscaldarsi bollette da 2mila euro: famiglie pugliesi e lucane in crisi
La spesa annua al Sud in una casa di 110mq: ne bastavano 854
L’incubo bollette agita i sonni delle famiglie italiane. Rispetto all’ultimo inverno prima della pandemia, il 2019-2020 nelle case arriveranno fatture del gas con importi triplicati.
La stima è di «Ecco», think tank italiano indipendente dedicato alla transizione energetica e al cambiamento climatico. Secondo le previsioni la stangata in arrivo nel prossimo inverno colpirà in misura maggiore il Nord rispetto al Sud, che può contare su un clima più mite. Ma il caro metano si farà sentire in tutta Italia per via di importi ovunque triplicati.
«Ecco» ha preso in considerazione tre tipologie di appartamento in tre diverse città, Milano, Roma e Palermo: uno di 110 metri quadrati con una famiglia di 4-5 persone, uno di 70 metri quadrati con 2-3 persone e uno di 38 metri quadrati con una sola persona.
Per l’inverno 2022-2023 il prezzo del gas è stato calcolato sommando la media aritmetica delle quotazioni giornaliere dell’indice Psv, la borsa italiana del gas, di settembre 2022, uno spread pari a 0,11 euro al metro cubo e un contributo annuale fisso di 96 euro.
A Milano, in un appartamento di 110 metri quadrati in classe G (quella meno efficiente), nell’inverno 2019-2020 la bolletta del gas è costata 1.241 euro, nel 2022-2023 costerà 3.645 euro (2.404 euro in più, +194%).
Un appartamento da 70 metri quadrati passerà da 832 euro a 2.374 (1.542 euro in più, +185%), uno da 30 metri quadri da 490 euro a 1.317 (827 euro in più, +169%).
A Roma, dove le temperature sono più miti, la spesa sarà leggermente inferiore in termini assoluti, ma l’incremento sarà simile. Una casa da 110 metri quadri in classe G passerà da 1.155 euro a 3.175 (2.020 euro in più, +175%), una da 70 metri quadri da 773 a 2.073 (1.300 euro in più, +168%), una da 38 metri quadri da 450 euro a 1.101 (651 euro in più, +145%).
Anche a Palermo (e la stima può essere estesa a grandi linee un po’ in tutto il Mezzogiorno), i costi assoluti saranno inferiori, ma l’incremento percentuale simile. Un appartamento da 110 metri quadrati passerà da 854 euro a 2.132 (1.278 euro in più, +150%), uno da 70 metri quadri da 567 a 1.386 (819 euro in più, +144%), uno da 38 metri quadri da 310 a 736 (426 euro in più, +137%).
Si tratta di una media, ma la stangata non sarà uguale per tutti. Sarà più pesante per chi ha una casa in classe G, quella meno efficiente, e più leggera di due terzi per chi ha la casa in classe A, quella più efficiente. Ovvero, spenderà meno chi è dotato di cappotto termico per l’inverno.
In classe G a Milano, il costo medio giornaliero del gas per riscaldamento, cucina e acqua calda, è 27 euro per una casa di 110 metri quadri, 17 euro per una casa di 70 metri quadrati e 10 euro per una casa di 38. Passando in classe A, i costi giornalieri del gas a Milano scendono rispettivamente a 9, 6 e 3 euro. A Roma, in classe G, un appartamento di 110 m2 spende per il gas 23 euro al giorno, uno di 70 m2 15 euro e uno di 38 m2 8 euro. Le stesse case in classe A spendono 8, 5 e 3 euro. I costi di Palermo in classe G sono 16 euro al giorno per la casa di 110 m2, 10 euro per quella di 70 m2 e 2 euro per quella di 38 m2. In classe A si scende rispettivamente a 6, 4 e 2 euro al giorno.
Ma queste cifre valgono solo per il gas. A cui bisogna sommare l’aumento delle bollette elettriche, stimato dall’Arera, l’agenzia regolatrice, in un +59%, che sarebbe del 100% senza l’intervento del governo. Il costo dell’elettricità nell’Unione europea è legato al costo della fonte più costosa, che in questo momento è il metano. L’energia elettrica da fonti rinnovabili oggi costa il 90% in meno. Il disaccoppiamento, il cosiddetto «decoupling», tra fonti fossili e fonti pulite, che taglierebbe le bollette, è una delle misure in discussione a Bruxelles, fortemente sostenuta dal governo italiano.
Puglia e Basilicata sotto choc
In Puglia e Basilicata molte famiglie sono allo sbando. La sopravvivenza difficile, dopo due anni di crisi sanitaria e sociale, sembra definitivamente compromessa a fronte di spese domestiche oramai insostenibili.
Basilicata. In una regione il cui reddito si è ridotto nell'ultimo anno del 2,1 per cento, con conseguente crollo dei consumi scesi dell'11,7 per cento, il caro energia rischia di mandare in tilt i bilanci familiari. L'aumento della bolletta della luce sarà nell'ordine del 59 per cento, mentre il prezzo del gas verrà aggiornato di mese in mese. Se per il riscaldamento i lucani si aggrappano all'àncora della legge regionale che garantirà la “molecola” gas gratis per tutte le famiglie, con un risparmio stimato tra il 40 e il 50 per cento (al cittadino resteranno da pagare gli oneri e l'Iva), per quanto riguarda l'elettricità non ci sono appigli. Una famiglia media lucana di quattro persone – secondo il centro studi della Uil - spenderà per i consumi del quarto trimestre 2022 non meno di 470 euro, oltre il doppio dello stesso periodo di tempo del 2021. Lo scorso anno la spesa complessiva si è aggirata sui 640 euro, mentre per il 2022 si stima mediamente un esborso di 1.340 euro. Dati relativi, in particolare, a una famiglia-tipo che ha siglato un contratto di mercato tutelato. Chi, invece, ha rapporti di mercato libero potrebbe ritrovarsi, almeno per il momento, a pagare tariffe più convenienti. Gli aiuti previsti dallo Stato coprono il 20 per cento dell'aumento medio che tradotto in soldoni significa risparmiare circa 170 euro all'anno.
Nel Barese. «Il mio reddito di cittadinanza è di 248 euro: con quelli ho pagato la bolletta della luce finora. Ora non ho idea di come farò». Lui si chiama Carlo T. e vive a Gioia del Colle nel Barese. Lavorava in un’azienda specializzata nella produzione di manufatti in cemento. Tre anni fa è stato licenziano. «Il mio datore di lavoro non poteva fare diversamente se consideriamo che il costo di un contenitore di cemento in un arco temporale non proprio lungo è quadruplicato, di conseguenza la vendita dei prodotti è calata a picco». La crisi nella crisi. Carlo T. non ha più trovato lavoro. Divorziato, padre di un figlio, abita in «due stanzette» alla periferia del paese. «Come me vivono tante altre persone. Ci aiuta l’associazione di volontariato “Dal Silenzio alla Parola”». Cibo, indumenti, aiuti vari. Alla stazione, invece, un pasto caldo quasi ogni giorno, anche qui la macchina del volontariato è a regime. Ma per sostenere le spese per luce e gas, ci sarà bisogno di uno sforzo supplementare, presumibilmente da parte delle istituzioni.
A Lecce. Qui le famiglie si aggrappano alla Caritas per cercare di far fronte alla disperazione. Sono sempre più le persone in affanno che chiedono aiuto a chi, da sempre, dà una mano ai bisognosi. Ma la platea di chi si trova in difficoltà si è drammaticamente allargata, così che se molte famiglie del cosiddetto ceto medio si ritrovano alle soglie della povertà, gli indigenti sono scivolati nel baratro. Come nel caso di una famiglia che vive nel centro storico di Lecce, da sempre aiutata dalla chiesa, con quel pacco alimentare ogni 15 giorni. La nonna ottantenne, con la sua pensione, fa vivere due figlie, una delle quali single, l’altra con un compagno e i loro tre figli. Tutti quanti vivono sulle sue spalle, all’interno di una modestissima casa. «Non so proprio ora come riusciranno a sopravvivere» dice don Attilio Mesagne, a capo della Caritas diocesana.
contributi delle redazioni di Bari, Basilicata e Salento