Il fatto

Emiliano-Boccia, scintille stile «Amici miei»

Michele De Feudis

Il governatore: «Il segretario resta Lacarra»

Nelle diatribe del Pd Puglia, c’è un po’ di tutto: dai riferimenti storici alla Disfida di Barletta al cinema nella versione un po’ cinica dell’amicizia secondo Mario Monicelli. Il maggior partito del centrosinistra - pur vincente in tutte le ultime competizioni elettorali regionali e amministrative - è dilaniato da mesi da scontri interni. Si litiga, per esempio, sull’autonomia delle civiche emilianiste (a Taranto vanno con i sovranisti), si fa sangue amaro per la nomina dell’ex berlusconiano Rocco Palese come assessore alla Sanità, si denunciano irregolarità congressuali nella conta regionale, si chiede più peso per il Pd in giunta. E l’elenco potrebbe proseguire con la gestione contestata delle amministrative a Barletta o Galatina.
Il segretario nazionale Enrico Letta ha provato con diplomazia e prudenza a mettere mano al dossier Puglia e la sua soluzione - l’incarico di commissario ad acta per il congresso conferito a Francesco Boccia - configurerebbe una diarchia con il segretario regionale uscente Marco Lacarra. Quest’ultimo, di contro, aveva manifestato allo stesso Letta la disponibilità a dimettersi per facilitare l’unità del partito e una via lineare al prossimo congresso. Che ora ci sarebbe… Il presidente Michele Emiliano, dominus della coalizione, spiega alla «Gazzetta» che il capo politico resta Lacarra mentre Boccia ha una delega per il congresso, stante la supervisione sulle amministrative come responsabile nazionale Enti locali.
Il quadro è chiaro? No. Ma per decifrare le geometrie esistenziali dem non serve la politologia, ma il cinema. E così Emiliano, Boccia, Decaro e Lacarra - vincenti negli ultimi quattro lustri in Puglia in tutte le battaglie fatte insieme - bisticciano come in una sequenza monicelliana, ma alla fine scelgono di stare sempre insieme. Come i protagonisti di Amici miei.

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