Salute
Puglia, il medico Asl che in un anno ha fatto 300 perizie private
I casi segnalati all’autorità giudiziaria nella relazione degli ispettori della Regione: irregolarità anche in un grande concorso
In una delle Asl pugliesi c’è un dirigente medico che nel corso del 2020 ha effettuato (a pagamento) quasi 300 perizie per conto di uno dei Tribunali del suo circondario: praticamente una per ciascun giorno di lavoro. Ci sono altri medici, in una diversa azienda, che hanno ricevuto rimborsi per corsi di aggiornamento professionale cui forse non avevano diritto. Sono due dei casi scoperti dal Nirs, il nucleo degli ispettori sanitari della Regione, e segnalati all’autorità giudiziaria.
La relazione 2020 è stata approvata dalla giunta la scorsa settimana e immediatamente secretata, proprio perché contiene notizie passibili di rilievo penale. Sono 32 le ispezioni portate a termine a fronte dei 46 casi complessivamente esaminati. Delle 32, circa il 40% riguarda casi di (presunta) malasanità: morti sospette, lesioni gravi, assistenza negata, casi che quasi sempre le presunte vittime hanno provveduto a segnalare alle Procure e che il Nirs ha istruito con il coordinamento dei professori Francesco Introna (medico legale) e Angela Pezzolla (chirurgo). Una ventina sono invece le ispezioni amministrative, di cui si è occupato in prima persona il coordinatore del nucleo, l’avvocato Antonio La Scala con l’avvocato Stefania Volpicella e la dottoressa Marta Signorile: riguardano presunti casi di malagestione, sospette frodi, ipotesi di conflitti di interesse, non conformità delle procedure amministrative, irregolarità nella gestione del personale e nell’organizzazione, mancata attendibilità delle informazioni contabili, utilizzo improprio delle risorse pubbliche e mancato rispetto dei requisiti di accreditamento delle strutture private.
Circa un quinto delle ispezioni amministrative ha portato il Nirs ad effettuare denunce penali o segnalazioni alla Corte dei conti, altre si sono concluse rilevando difformità sanabili in via amministrativa, altre ancora non hanno confermato la segnalazione iniziale. Uno dei casi più delicati è - appunto - quello del dirigente medico che risulta aver ricevuto quasi 300 incarichi come perito del Tribunale civile e di quello del lavoro: la segnalazione ricevuta dal Nirs rilevava il fatto che, in questo modo, il dipendente Asl occupava in sostanza tutto il suo tempo di lavoro per svolgere attività professionale privata. Gli approfondimenti, cui ha collaborato anche il Tribunale interessato (gli incarichi giudiziari sono pubblici alla stregua di qualunque altra consulenza), hanno consentito di riscontrare la denuncia che è stata ora trasmessa ai giudici contabili per verificare eventuali violazioni erariali. Più o meno simile la vicenda delle decine e decine di rimborsi, spesso di importo modesto, che una differente istituzione sanitaria pubblica ha erogato a numerosi dirigenti medici a fronte della partecipazione a corsi di formazione: è però emerso che l’attività non rispettava i requisiti fissati dalla legge e dai contratti di lavoro per ottenere il pagamento. Anche qui potrebbero esserci profili di responsabilità erariale. Ben diversa (e forse più grave, se le ipotesi dovessero essere riscontrate) la situazione relativa a un concorso pubblico con decine di migliaia di concorrenti: una segnalazione ha evidenziato alcune irregolarità nelle graduatorie collegate a requisiti autocertificati ma in realtà inesistenti. Andrà chiarito dunque se l’istituzione sanitaria sia stata tratta in inganno o se, invece, ci siano stati favoritismi.
Il Nirs, istituito nel 2017, è l’unico pezzo della sanità pubblica che opera gratuitamente: tutti gli ispettori sono sostanzialmente dei volontari, e questo spiega perché alcune delle ispezioni previste nel 2020 non siano state portate a termine. Eppure a questi volontari è demandata quasi tutta l’attività ispettiva effettuata dalla Regione sul sistema della sanità, comprese anche le verifiche sugli appalti della Protezione civile. Anche questa relazione, non ancora completata, verrà trasmessa alla Procura di Bari.