Ager, chiesto rinvio a giudizio. Grandaliano rischia il posto

BARI - Una festa di compleanno da 2.900 euro pagata da un imprenditore del settore in cambio di presunti favori è costata un’accusa di corruzione al direttore generale dell’Agenzia dei rifiuti della Puglia, Gianfranco Grandaliano. E l’eventuale rinvio a giudizio, chiesto dalla pm barese Chiara Giordano, potrebbe costare al manager la decadenza dall’incarico.

L’udienza preliminare (il relativo avviso non è ancora stato notificato) si terrà il 9 luglio davanti al gup Francesco Vittorio Rinaldi, che dovrà valutare gli elementi raccolti a carico di Grandaliano e di altre due persone, l’imprenditore dei rifiuti Rocco Lombardi, 48 anni, e il suo collaboratore Pietro Piemontese, 39 anni.
Emiliano ha rinnovato a settembre l’incarico a Grandaliano. Tuttavia a novembre, in virtù dell’indagine, nella delibera è stato inserito una sorta di meccanismo di salvaguardia: Grandaliano è direttore generale «sino all’eventuale rinvio a giudizio e comunque per un periodo non superiore a 6 mesi, riservando ogni ulteriore e conseguente valutazione all’esito dell’udienza preliminare o alla scadenza dei 6 mesi». Ne consegue che se il gup dovesse mandarlo a processo, Grandaliano decadrebbe dall’incarico.

In questi mesi l’anticorruzione della Regione ha aperto una istruttoria perché l’episodio contestato (la cena per i 50 anni) potrebbe costituire anche una violazione al contratto di lavoro, in quanto ai dipendenti pubblici è proibito accettare doni di qualunque genere. A quanto sembra Grandaliano (che ha trasmesso volontariamente alla Regione l’intero fascicolo su cui si basa l’accusa, dopo che la Procura ha concesso solo la consultazione dell’avviso di chiusura delle indagini) si sarebbe difeso sostenendo che sarebbe stata sua moglie a organizzare la festa, nel 2017, in un noto locale del litorale a sud di Bari, e dicendo dunque di non essere a conoscenza del pagamento da parte di Lombardi con cui comunque c’era un consolidato rapporto di amicizia.