Lo scandalo

Puglia: tangenti alla Protezione civile, Lerario verso il processo bis

Massimiliano Scagliarini

Udienza preliminare a Bari per la mazzetta dall’imprenditore Illuzzi. E l’ex dirigente fa appello contro la condanna a 5 anni e 4 mesi

BARI - Le due tangenti da 35mila euro che Mario Lerario è accusato di aver preso dall’imprenditore giovinazzese Antonio Illuzzi potrebbero costare un secondo processo all’ex dirigente della Protezione civile pugliese, dopo che il primo gli è già costato una condanna in abbreviato a 5 anni e 4 mesi. A giugno la Procura di Bari ha infatti chiesto il rinvio a giudizio per un altro filone delle indagini sugli appalti dell’emergenza, che approderà davanti al gup Giuseppe Ronzino il 23 ottobre.

L’indagine riguarda, oltre che Lerario e Illuzzi, anche l’ex funzionario regionale Antonio Mercurio: le accuse sono di concorso in corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio e (solo per Lerario e Mercurio) abuso d’ufficio, in relazione agli affidamenti per 2,2 milioni che la Protezione civile e l’Economato della Regione hanno affidato in tre anni alle ditte riconducibili a Illuzzi. Il fascicolo coordinato dal procuratore Roberto Rossi e dall’aggiunto Alessio Coccioli portò il 9 febbraio all’arresto ai domiciliari (nel frattempo revocati) di Illuzzi e Mercurio, mentre per Lerario la misura cautelare non fu ritenuta necessaria dal gip Anna Perrelli: Lerario venne arrestato in flagranza all’antivigilia di Natale 2021 (per un’altra tangente) ed è tuttora ai domiciliari...

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