L'editoriale

Il caso Soumahoro e certi silenzi imbarazzati in Puglia

Mimmo Mazza

Avviato l’iter per far decadere il parlamentare, ma tutte le anime belle pronte a scattare indignate ora sono puntualmente mute


C’è un silenzio imbarazzato e imbarazzante che copre in Puglia le vicende di Aboubakar Soumahoro, il fondatore della Lega braccianti finito in Parlamento nelle liste Sinistra italiana-Verdi, liste che proprio in Puglia fu chiamato a guidare in occasione delle elezioni politiche del settembre 2022, soffiando il posto al responsabile regionale di Sinistra Italiana Nico Bavaro. Per carità, si trattava di un nome di richiamo nazionale: Soumahoro, in Italia da quasi venticinque anni, era stato protagonista di numerosissime manifestazioni a difesa dei migranti e dei braccianti e dunque venne scelto per guidare il listino del quale faceva parte un altro nome di richiamo nazionale ovvero Elisabetta Piccolotti, tra i fondatori di Sinistra, ecologia e libertà e moglie del leader di Si e Nicola Fratoianni.

Ora, però, la Corte d’Appello di Bologna ha segnalato alla Camera dei deputati delle irregolarità riguardo i 12mila euro di fondi elettorali di Aboubakar Soumahoro e Montecitorio ha avviato l’iter per far decadere il parlamentare.

Soumahoro oltre a guidare il listino in Puglia, fu candidato anche nel collegio plurinominale Emilia-Romagna (dove ottenne il 36,06% delle preferenze, venendo sconfitto da Gabriella Dondi del centrodestra) e fu poi «ripescato» nella distribuzione di seggi su scala nazionale. La sua permanenza nel gruppo di Alleanza Verdi Sinistra è durata sino allo scoppio della vicenda dei soldi della coop di sua moglie Liliane Murekatete e della suocera Marie Therese Mukamitsindo. La donna, assieme alla madre e ad altre quattro persone, è coinvolta nell’inchiesta sulla gestione dei fondi pubblici da parte delle cooperative che si occupano di migranti nella provincia pontina. Indagine nella quale la Guardia di Finanza avrebbe portato alla luce un «sistema fraudolento» che avrebbe dirottato, tra il 2017 e il 2022, i fondi che arrivavano alle cooperative che si occupavano di migranti nella provincia Pontina. I quali però, secondo gli inquirenti, vivevano invece in condizioni fatiscenti.

La donna, assieme alla madre e a un fratello, è stata raggiunta lunedì scorso da un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari: le accuse nei confronti dei tre sono a vario titolo frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale e auto riciclaggio.

Sulla vicenda giudiziaria lo stesso Soumahoro è intervenuto con un post su Facebook per ribadire la sua estraneità affermando di non essere «né indagato e né risulto negli atti delle indagini» e chiedendo rispetto per la privacy del figlio. «Il mio impegno nei luoghi del bisogno e in Parlamento continua con lo stesso spirito di dedizione e di abnegazione in una prospettiva di servizio alla collettività», ha aggiunto il deputato.

Un impegno inevitabilmente macchiato dal contenuto dell’ordinanza di oltre 150 pagine nella quale il gip ricostruisce quello che definisce «un collaudato sistema fraudolento fondato sull'emissione e l’utilizzo di fatture per operazioni soggettivamente e oggettivamente inesistenti e altri costi inesistenti, adoperati dalla Karibu nelle dichiarazioni dal 2015 al 2019». Una struttura «delinquenziale organizzata a livello familiare che negli anni (almeno dal 2017 in poi) non ha fatto nient'altro rispetto all’attività criminale oggetto delle imputazioni».

Sarà naturalmente un processo a stabilire eventuali responsabilità ma nel frattempo il dato politico si è già cristallizzato: le battaglie – sacrosante – per la difesa dei diritti dei braccianti, spesso venuti in Italia a seguito di viaggi della speranza pagati ai trafficanti di vite umane in servizio permanente effettivo nel Mediterraneo, sono state strumentalizzate per altri fini, iniziando da quelli elettorali. E tutte le anime belle pronte a scattare indignate contro chi osava sollevare dubbi su Soumahoro, ora sono puntualmente mute, dimentiche di quanto ripeteva Pietro Nenni: «A fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro... che ti epura».

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