Il punto

Se Bari è... Fiera: ricerca e lavoro la vera sfida oltre le parole

Oscar Iarussi

L’inaugurazione della 86.ma Campionaria, pur aliena dai fasti istituzionali della Prima Repubblica, ha di fatto restituito il polso del momento politico in Puglia

«Bari di nuovo Fiera», era il nostro titolo di ieri. L’inaugurazione della 86.ma Campionaria, pur aliena dai fasti istituzionali della Prima Repubblica, ha di fatto restituito il polso del momento politico in Puglia. Dopo la «primavera pugliese» e una ventennale stagione di governo (Michele Emiliano diventa sindaco di Bari nel 2004, Nichi Vendola presidente nel 2005), il centrosinistra è chiamato a un bilancio e a un rilancio tutt’oggi incerto. Mentre soffia il vento della destra che dal governo va all’assalto delle Regioni e degli enti locali ancora in mano all’avversario. Da questo punto di vista è suonato autentico il discorso del sindaco Antonio Decaro. Una lettera aperta alla «sua» città - Cara Bari... - con passaggi sui diritti civili e la parità di genere, sul primato della dimensione pubblica e la tradizione antifascista nell’ottantesimo anniversario della resistenza ai nazisti capeggiata dal generale Bellomo (9 settembre 1943). Una lettera orgogliosa e un po’ malinconica, scandita da lacrime di commozione personale.

Dal canto suo il presidente Emiliano è stato tenace e pugnace, com’è nel suo carattere, rivendicando i successi della Puglia in vari ambiti: turismo, cultura, energie pulite, sanità, innovazione, trasporti etc. Nessuna polemica verso il Governo, tranne che in tema di utilizzo del Pnrr e dei Fondi per lo Sviluppo e la Coesione, dove Emiliano è andato giù duro. La contesa, si sa, riguarda la rimodulazione e la gestione delle risorse europee e statali.

Pasquale Casillo e Gaetano Frulli, presidenti dell’Ente Fiera e della Nuova Campionaria (rispettivamente patrimonio e gestione), hanno insistito sul necessario rilancio della Fiera tra sfide del web e altri possibili eventi di spettacolo. Infine il vicepremier Matteo Salvini ha rivendicato il lavoro come ministro della Infrastrutture, a cominciare dalla linea ferroviaria Bari-Napoli e dal Ponte sullo Stretto, invocando una sorta di alleanza dei produttori («il popolo del sì»). Il leader della Lega ha parlato di un’Italia «più unita e più efficiente» grazie alle misure dell’Esecutivo. Lo storico divario del Sud con il Centro-Nord, è in sintesi la sua tesi, va affrontato con un approccio diverso. Un’allusione all’«autonomia differenziata» voluta dalla Lega che invece, noi temiamo, potrebbe aggravare le disparità territoriali.

In sostanza, la cerimonia di ieri dice di una Puglia «a metà del guado». Importanti passi avanti sono stati fatti, è innegabile, ma vanno rinvigorite la visione, la propulsione, la volontà di riscatto da parte innanzitutto delle élites politiche, imprenditoriali, sindacali, culturali. È giusto evocare l’orizzonte mediterraneo, che per dirsi tale include naturaliter l’accoglienza dei migranti, poi però bisogna concretizzarlo in un futuro fatto non solo di bellezza, ma anche di ricerca e di lavoro. I nostri ragazzi se ne vanno altrove, perdiamo menti giovani, energie vitali, passioni e idee. Invertire la tendenza, ecco la vera prova del Sud, oltre la Fiera.

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