LA LINEA della strage

Corato-Andria, il raddoppio bloccato per un «ricatto»

di MASSIMILIANO SCAGLIARINI

BARI - I lavori di raddoppio della Corato-Andria, la linea della strage del 12 luglio 2016, non possono partire perché manca un permesso di costruire. Quello di competenza del Comune di Corato, che dall’11 gennaio tiene in ostaggio Ferrotramviaria, pretendendo opere aggiuntive che farebbero lievitare il costo dell’intervento di quasi mezzo milione di euro. Opere che la Regione ritiene però non necessarie.

Per far emergere questa storia è stato necessario leggere tra le righe di un claudicante comunicato stampa con cui ieri Ferrotramviaria, nell’annunciare l’attivazione dal 26 febbraio del sistema Scmt sulla tratta Bitonto-Ruvo, lamentava la pesantezza delle procedure. «La società - si legge nella nota - è certa che se le norme vigenti consentissero di evitare alcune duplicazioni di autorizzazioni e gli eccessi di burocratizzazione, le opere infrastrutturali verrebbero realizzate in tempi certi». Per questo, Ferrotramviaria chiama in causa la Regione, dicendosi certa che «nel proprio interesse, la assisterà nel percorso amministrativo e nella tempestività del rimborso delle spese sostenute in anticipo per assicurare la continuità dei cantieri e l’avanzamento lavori». Lavori oggi fermi.

Il progetto per il raddoppio degli 11,6 km della Corato-Andria è un appalto integrato aggiudicato esattamente un anno fa alla Cemes di Pisa con un ribasso del 22,4% sulla base d’asta di 33 milioni. Il progetto ha ottenuto il via libera in conferenza di servizi, anche dalle amministrazioni locali, e la Ferrotramviaria due mesi fa ha chiesto il rilascio dei titoli edilizi ai tre Comuni interessati (Andria, Corato e Trani). Quello di Corato, tuttavia, ha subordinato il permesso di costruire al raddoppio del parcheggio della stazione, alla costruzione di una rotatoria oltre che di un cavalcaferrovia per eliminare un passaggio a livello su via Giappone: intervento, quest’ultimo, del tutto estraneo al progetto in quanto non previsto.

Ma il Comune ritiene che si tratti di una promessa da onorare. «Quando fu presentato il progetto definitivo - dice il sindaco di Corato, Massimo Mazzilli - condividemmo con Ferrotramviaria e la Regione gli interventi necessari. Non si può pensare infatti che una stazione che raddoppia il traffico non abbia un parcheggio raddoppiato: Fnb propose di costruirlo in zona Pip ma nel progetto esecutivo non ce n’è più traccia, è rimasto solo il ponticello di via Lama di Grazia. Per il sovrappasso di via Giappone, capiamo che non rientri nel quadro economico attuale, ma che sono necessari fondi ulteriori per un progetto stralcio». Il Comune ha chiesto un incontro alla Regione: venerdì sarà ricevuto dall’assessore ai Trasporti, Antonio Nunziante. Ma nel frattempo l’avvio dei lavori di raddoppio slitterà di almeno altri due mesi. «Tutto si può dire - ribatte Mazzilli - tranne che osteggiamo l’opera. Vogliamo quei treni prima degli altri. Non vogliamo ritardare l’opera, ma chiediamo il rispetto degli impegni presi».

La linea Corato-Andria è chiusa dal giorno dell’incidente: sequestrata dalla Procura di Trani, è stata poi riaperta ma solo per l’effettuazione dei lavori. A dicembre scorso, Ferrotramviaria ipotizzava di concludere il raddoppio e l’installazione del sistema Scmt (il «pilota automatico» dei treni) entro dicembre 2019: ora - se tutto andrà bene - siamo già ad aprile-maggio 2020. Ieri Fnb ha annunciato l’entrata in funzione del sistema Scmt fino a Ruvo: significa che da Bari si torna a viaggiare a 110 all’ora. Ma a Ruvo la linea si interrompe, perché anche la Ruvo-Corato è chiusa al traffico: la posa del secondo binario è terminata, ma mancano i sottosistemi di alimentazione (i cavi elettrici) e di segnalamento. Dall’ipotesi di aprile, dunque, il termine di riapertura adesso è diventato «entro l’estate»: il treno arriverà a Ruvo e poi proseguirà «a spola» fino a Corato, a 50 all’ora, fino a quando non arriverà l’autorizzazione Ansf per l’esercizio ordinario. Ma almeno si eviterà il trasbordo sugli autobus che oggi fa arrabbiare i pendolari.

Privacy Policy Cookie Policy