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Ilva, alte colonne di fumo L'azienda: vapore acqueo

TARANTO - Diverse foto relative a lunghe colonne di fumo che ieri sera si alzavano dallo stabilimento Ilva di Taranto vengono postate da ore sui social network con commenti preoccupati da parte di cittadini e associazioni, che hanno interessato anche l’amministrazione comunale. In merito all’accaduto, Ilva fa sapere che «si tratta di vapore acqueo derivante dalle normali attività legate alla produzione».
«Il fenomeno - precisa l’azienda - è posto in risalto a causa della presenza delle luci notturne interne allo stabilimento e delle condizioni climatiche. Nella giornata di ieri infatti si sono registrate condizioni di bassa pressione meteorologica oltre a fenomeni di abbondanti e continue piogge». Infine, Ilva sottolinea che «tutte le attività vengono monitorate con la frequenza prevista dal piano di monitoraggio e controllo dell’Aia e i dati vengono regolarmente comunicati alle autorità competenti e agli enti di controllo».

(Una delle foto scattate ieri sera verso le 21,30 dello stabilimento Ilva a Taranto e fatte circolare attraverso i social)

IL VICESINDACO DI TARANTO: VERIFICHEREMO - Sulle emissioni dallo stabilimento Ilva di Taranto che «ieri sera sono state fotografate e rilanciate su social network con commenti preoccupati da parte dei cittadini e associazioni», il Comune di Taranto chiederà «una specifica verifica all’agenzia Arpa Puglia al fine di verificare i valori della rete di monitoraggio della qualità dell’aria posta sia all’interno che all’esterno dello stabilimento». Lo annuncia in una nota il vice sindaco e assessore all’Ambiente Rocco De Franchi. Secondo la versione dell’azienda, sarebbe stato «vapore acqueo derivante dalle normali attività legate alla produzione». L’assessore parla di emissioni «percepite e visibili dalla popolazione».

«Chiederemo inoltre la verifica - aggiunge De Franchi - dei valori rilevati dal piano di monitoraggio e controllo dello stabilimento per tutte le emissioni convogliate degli impianti in marcia. Anche le emissioni che verosimilmente sono conformate da vapori emessi dai vari impianti, e che da molti sono state fotografate, hanno delle specifiche da rispettare in termini di limiti emissivi, come ad esempio i vapori convogliati dalle torri di spegnimento delle cokerie. Verificheremo inoltre che durante questo evento, probabilmente anche accentuato da una particolare condizione meteorologica, non si siano verificate - conclude De Franchi - emissioni anomale come ad esempio quelle non convogliate e provenienti dall’area Gestione rottami ferrosi».  

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