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Bari, ecco i contadini del fine settimana per una città più verde
È in crescita il numero dei baresi che vogliono ritrovare il contatto con la natura e si prendono in carico piccoli appezzamenti di terreno da curare
di ANTONELLA FANIZZI
BARI - Fino a qualche anno fa, a credere nella trasformazione di Bari «dal basso» è stato soltanto un piccolo gruppo di idealisti con le scarpe grosse e il cervello fino. Il primo seme venne piantato in un terreno abbandonato a confine con la parrocchia di San Marco a Japigia. Ora i fazzoletti di terra che profumano di fiori, di frutti, che hanno il colore delle rape, dei cavoli, delle melanzane, degli ortaggi che mutano al ruotare delle stagioni sono spuntati anche a Carrassi, Poggiofranco, San Pasquale. Sono gli orti urbani figli della determinazione e, in alcuni casi, della ostinazione di quei baresi che sognano una città a misura d'uomo, spazi autogestiti e condivisi, e che credono che nella città meno verde d'Italia si possano costruire non soltanto palazzi, ma anche giardini con le giostrine, parchi e campi coltivati.
I «pollici verdi» aumentano giorno dopo giorno. Ogni sabato e domenica baciati dal sole le mamme, i papà, le nonne, i nonni, i bambini, i ragazzi mettono le mani nella terra, strappano l'erba, piantano fiori, alberi, semi antichi. E mettono l'acqua per veder crescere, con il passare dei mesi, i frutti del loro lavoro.
Recupero degli spazi abbandonati, riqualificazione dei luoghi ingoiati dal cemento e soffocati dal degrado, ma soprattutto bellezza e benessere: sono queste le leve che fanno uscire di casa l'esercito dei contadini del fine settimana. Sono i cittadini che hanno il bisogno di riscoprire le proprie origini, il contatto con la natura, di impegnare il tempo libero in azioni che fanno bene a se stessi e agli altri.
Quelli appena trascorsi sono stati i primi giorni dedicati a tagliare i rami secchi per i condòmini di Parco Domingo. Dopo due anni di attesa, il Municipio II ha sottoscritto un contratto che affida all’associazione di promozione sociale «Parco Domingo comunità empatica e sostenibile» una superficie di 4mila metriquadri. Quello dell'orto urbano di vicinato, perché affidato alle cure dei vicini di appartamento, è un esperimento innovativo. Il Comune ha dato in adozione una grande area di proprietà pubblica ai residenti pronti ad autofinanziarsi per dare forma a un terreno dimenticato, ora invaso dalle sterpaglie. La zona densamente abitata si trova a ridosso della tangenziale. L’idea è quella di attivare una collaborazione con la Coldiretti per valorizzare e utilizzare semi antichi. Sarà inoltre costituito un gruppo di acquisto solidale in grado di rifornirsi dai produttori che lavorano sui suoli confiscati alla criminalità.
Intorno all’orto urbano, l’associazione OrtoDomingo intende attivare itinerari di promozione dello sport e della salute, laboratori di comunicazione non violenta, festeggiare i giorni più importanti delle religioni presenti a Bari, creare gruppi di acquisto solidale stimolando l'acquisto di prodotti a chilometro zero. La sfida è infine quella di fare rete per ottenere risparmi sui costi individuali di energia e rifiuti.
Si è invece festeggiato il carnevale nel giardino Gargasole, che si trova all'interno dell'ex Caserma Rossani. Sono stati piantati nuovi alberi in collaborazione con i volontari dell’associazione Ortocircuito-Masseria dei Monelli, innaffiate le piante già presenti e ripulito il piccolo parco che confina con corso Benedetto Croce. I più piccoli hanno creato le mascherine di carnevale con materiali vegetali. A costruire le panchine e gli arredi, a piantumare gli alberi e i cespugli e a decorare gli spazi e le recinzioni con interventi di arte urbana sono le associazioni Ortocircuito-Masseria dei Monelli, Garden Faber, Paesaggi Meridiani, LAN Laboratorio architetture Naturali, Pigment Workroom, Fractal, Spazi Mobili che hanno vinto un bando del Comune per la rigenerazione degli spazi urbani, con il coinvolgimento di tutti coloro che vogliono inserirsi nel percorso.
Non si arrendono neppure gli attivisti di Effetto terra che a dicembre scorso hanno avviato una campagna di raccolta fondi per non interrompere la edificazione del Parco Campagneros di via D'Agostino, una traversa di via Fanelli. L'obiettivo è quello di realizzare le recinzioni e il cancello di ingresso con materiali naturali e di riciclo per mettere in sicurezza l'area. Ieri, zappe alla mano, è stato ripopolato il frutteto e messi a dimora gli arbusti donati dall'Arif, l'Agenzia regionale per le attività irrigue e forestali.
Intanto il Comune non resta a guardare. La giunta Decaro è all'opera per la creazione di una «rete ecologica». Lo scopo è quello di mettere in connessione tipologie differenti di aree verdi: giardini storici, parchi attrezzati, aree al margine tra città e campagna, lame ma anche filari di alberi lungo i viali e le aiuole spartitraffico, che rappresentano un capitale naturale capace di migliorare la qualità della vita dei cittadini. I tempi sono quelli della macchina amministrativa, che non viaggiano di pari passo con le idee e la voglia di sano protagonismo dei cittadini. Qualcosa, però, si muove.