sanità a lecce

Cannabis, cure negate sit-in dei malati alla Asl

La protesta: «Non ci sono medici disposti a prescrivere il farmaco»

di PIERANGELO TEMPESTA

Non conosce sosta la battaglia dei malati che utilizzano la cannabis per alleviare i sintomi di sclerosi multipla, tumore, epilessia, artrite reumatoide e altre gravi patologie. Oggi l’associazione «LapianTiamo» di Racale sarà nella sede della direzione generale della Asl per protestare contro l’assenza di medici prescrittori.

La denuncia dei malati, nonostante il passare degli anni e l’approvazione di leggi e regolamenti, è sempre la stessa: mancano i medici del servizio pubblico disposti a prescrivere i farmaci. «I pazienti - spiegano Lucia Spiri e William Verardi, presidente e tesoriere dell’associazione - sono costretti a dividersi il farmaco, interrompendo la continuità terapeutica. In provincia di Lecce ci sono 300 pazienti che hanno diritto alla cannabis. Ma i medici del servizio pubblico che la prescrivono sono solo due: uno a Gallipoli e l’altro a Scorrano. Come se non bastasse, una circolare della Asl ha imposto la territorialità: un paziente leccese non può farsi prescrivere il farmaco dal medico del distretto di Gallipoli. Principio che andrebbe bene se in ogni distretto fosse garantita la presenza dei medici prescrittori. Ma così non è. Ci è stata fornita una lista di 150 medici pugliesi prescrittori: nessuno di questi è realmente disposto a firmare le ricette».

A settembre, in una conferenza medica organizzata alla Fiera del Levante di Bari, il presidente della Regione Michele Emiliano aveva annunciato l’avvio delle procedure per la produzione, proprio a Racale, di cannabis terapeutica. È ciò che da sempre chiedono i malati e l’associazione. «Ma - continuano Spiri e Verardi - non ci sono novità. Bisogna prendere in seria considerazione l’opportunità di dare anche ad altri la possibilità di coltivare, magari tramite un’associazione temporanea di scopo tra Regione, associazioni, ospedali e università. Oggi l’unico autorizzato è lo stabilimento chimico-farmaceutico militare di Firenze, che però produce solo la varietà FM2 e non riesce a coprire il fabbisogno. I medici sono quasi obbligati a prescrivere questa varietà, mentre i pazienti hanno bisogno almeno delle sei varietà provenienti dall’Olanda. Ci sono malati che fanno il conto alla rovescia verso la morte e non vengono ascoltati. O vengono accontentati con prescrizioni ridicole. Non viene data loro la possibilità di vivere in serenità il tempo rimasto».

Parlando della conferenza di Bari, poi, Spiri e Verardi aggiungono: «Doveva essere l’occasione per proporre ai medici le ultime novità. Peccato che la Regione, a quanto appreso, non abbia spedito gli inviti ai medici. Erano presenti solo ricercatori e biologi, non i medici e i farmacisti». Negli ultimi mesi, poi, è subentrato un problema che riguarda le farmacie e i medici privati: «Un decreto ministeriale ha imposto il prezzo di 9 euro al grammo per la cannabis. Prima costava 20 euro al grammo. Le farmacie ritengono il nuovo importo incongruo e, quindi, evitano di fare rifornimento. Di conseguenza, diversi medici privati si rifiutano di prescrivere».

L’incontro di oggi può essere l’occasione per cercare punti di incontro. «Domani mattina (oggi, ndr) - afferma il segretario dell’associazione, il foggiano Andrea Trisciuoglio - saremo a Lecce per portare ai medici le informazioni che forse non hanno. Il caso del paziente leccese (ne parliamo a parte, ndr) è emblematico: nonostante le sue gravi patologie, non riesce a trovare un medico che si assuma la responsabilità di prescrivergli la cannabis terapeutica, unico farmaco in grado di alleviare le sue sofferenze». Infine aggiunge: «Nelle prossime settimane chiederemo a tutte le forze politiche candidate alle elezioni del 4 marzo di illustrare la propria posizione rispetto alla cannabis terapeutica, affinché chiunque possa avere libertà di scelta al momento del voto».

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