Operazione dei Carabinieri
Inseguimenti e sparatorie tra clan: due fermi a Brindisi
Bloccati due giovani, secondo i militari sono pericolosi: negli ultimi due mesi si sarebbero resi protagonisti di una serie di agguati
Due persone sono state fermate dai Carabinieri nell'ambito di una indagine sulla guerra tra clan ceh ha portato a una serie di agguati e ferimenti negli ultimi due mesi. In manette, con l'accusa di detenzione e porto illegale di armi da guerra e comune, nonchè di lezioni personali e rapina, sono finiti Antonio Borromeo, 24 anni e Antonio Lagatta, 22.
Il primo sarebbe responsabile dell'agguato teso a Christian Ferrari, il 13 settembre scorso, in via Raffaello Sanzio, a Brindisi: il giovane, insieme ad altri complice, esplose una serie di colpi contro l'abitazione del Ferrari. Qualche settimana dopo, sempre Borromeo, avrebbe costretto la vittima a seguirla in auto e, dopo averlo scaricato sulla statale Brindisi Lecce, gli avrebbe esploso contro alcuni colpi di pistola ferendolo a una gamba. L'ultimo episodio addebitato al giovane sarebbe avvenuto alcuni giorni fa quando ha speronato l'auto sulla quale viaggiavano alcune persone amiche del suo rivale, Antonio Lagatta.
Quest'ultimo è accusato di aver fatto fuoco per strada con una calibro 7,65 per testare la funzionalità dell'arma, nonchè di aver esploso un colpo di pistola nei pressi dell'abitazione di Antimo Libardo e di aver tentato di rapinare un'auto esplodendo un colpo di pistola a scopo intimidatorio. A Lagatta non solo è attribuita la detenzione di un fucile kalashnikov ma si sarebbe reso protagonista di un duello a pistolettate con Borromeo, avvenuto il 13 ottobre scorso a Brindisi.
Gli episodi criminosi, verificatisi in rapida successione, non lasciano dubbi sull'attuale pericolosità degli autori pronti a fronteggiarsi con l'uso di armi ed in qualsiasi circostanza di tempo e di luogo. Il fermo è scaturito dalla «particolare gravità dei reati contestati e delle modalità socialmente allarmanti dei fatti (tutti accaduti nella pubblica via) - scrivono i Carabinieri -, elementi dai quali emerge un'indole criminale particolarmente violenta ed una totale incuranza dei prevenuti in ordine alla possibilità di colpire passanti totalmente estranei ai fatti».