Assessorato allo sviluppo

Appalti e favori, Finanza in Regione: sequestrato pc

L'inchiesta sul divano regalato a Giannini: e Ora un'intercettazione svela che l'assessore voleva pagarlo

MASSIMILIANO SCAGLIARINI

BARI - L’ipotesi, emersa sulla base di intercettazioni e tutta da riscontrare, è che l’ormai ex assessore ai Trasporti, Gianni Giannini, abbia fatto pressioni sugli uffici regionali allo scopo di favorire due imprenditori, in cambio di un divano per la figlia e di un «panettone». Per questo ieri i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, coordinati dal pm Marco D’Agostino, sono tornati negli uffici baresi di via Gentile per sequestrare il computer del funzionario che avrebbe materialmente redatto uno degli atti richiesti da Giannini.

L’inchiesta è una costola di quella che 10 giorni fa (si veda box a lato) ha portato a 11 arresti per presunte tangenti negli appalti comunali di Acquaviva e Altamura, e che vede indagati a vario titolo Giannini, l’imprenditore dei salotti e della ristorazione Modesto Scagliusi, Francesco Saverio Mancini (detto Franco), consigliere comunale di Polignano e braccio destro politico di Scagliusi, il costruttore Vito Marino Ippolito, e Roberto Tisci, vicesegretario cittadino del Pd di Acquaviva, finito in carcere. Due gli episodi nel mirino. L’intervento di Giannini a favore di Ippolito per sbloccare una perizia di variante da 50.000 euro sull’appalto regionale per un asilo a Sammichele (pratica «in un primo momento rigettata»), per il quale l’accusa è di corruzione per atto contrario ai doveri di ufficio. Poi, l’intervento a favore di Scagliusi per accelerare una pratica di finanziamento da 2 milioni a Grotta Palazzese e convincere la Soprintendenza a dare l’ok al progetto di ristrutturazione. La contropartita sarebbero stati, appunto, il divano e «un sort di panettone» che Ippolito dice di aver consegnato anche a un’altra persona, senza specificare a chi («Probabilmente anche all’assessore al Welfare», annota la Finanza), a fine maggio. Un po’ in ritardo sul Natale: per questo gli investigatori ritengono che possa trattarsi di «regalia in soldi o altro». Ma finora non ci sono riscontri.

Ieri i finanzieri hanno dunque sequestrato il pc di Salvatore Prontera, funzionario dello Sviluppo economico e responsabile di una misura del Pia Turismo (non risulta indagato). Il motivo va cercato in una ambientale registrata il 16 marzo nell’ufficio dell’assessore, alla presenza di Mancini che fa presente all’assessore la necessita di ottenere (dopo la delibera di giunta) anche la determina di concessione del contributo, richiesta dalla banca per dar seguito al mutuo richiesto da Scagliusi. È Giannini che parla al telefono con la dirigente dell’ufficio. «Riesci a fare la determina? Sennò zomp all’aria tutt cos e abbiamo fatto una delibera inutile. Poi naturalmente andiamo sui giornali come sempre». Giannini riferisce che il responsabile della misura è Prontera: «Digli se la fa entro oggi pomeriggio, tanto è rientro oggi, in modo che quelli si possono presentare in banca. Ti chiedo scusa... tu sai che non sono aduso a rompere le scatole (...). Mi dai l’assicurazione di questa cosa? Magari gli dici quando la fa di mandarmela».

Va però detto che le 15mila pagine di intercettazioni depositate agli atti dell’inchiesta danno atto del tentativo di Giannini e della figlia Giulia di pagare per il famoso divano. Il 6 marzo, due giorni dopo la consegna, la ragazza chiama Mancini per chiedere il numero di Scagliusi: «Dice - annotano a brogliaccio i finanzieri - che lo deve ringraziare e che le deve dire cosa gli deve dare. Franco dice di non preoccuparsi di stare tranquilla poi se la vede lui poi lo incontriamo». Il giorno 7 è Giannini a chiedere il prezzo del divano. Mancini: «Ehi, non mi dire più quella cosa che mi dicesti ieri al telefono». Giannini: «No tu mi devi portare il conto se no ti mando a fanculo a te e a lui!». Mancini ride. Giannini: «Di nuovo!». Mancini: «Il conto... Il conto, ci devi pagare un caffè». Poi, dopo un po’, ancora Mancini: «Là ti devi mettere sopra e ti devi vedere la partita». Giannini: «Sì (ride), guarda che non è a me il salotto, è a mia figlia». Mancini: «Quando vai a casa non devi sederti là? Scusa fammi capire». Giannini: «Ho capito, se non me lo fa pagare non mi siedo».

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