policlinico di bari
Con la nuova Radioterapia addio viaggi della speranza
I due acceleratori lineari hanno richiesto un investimento di 5 milioni
di DANIELE AMORUSO
Se Asclepios II è uno scrigno di gioielli tecnologici, non c’è dubbio che bisogna andare a cercare le gemme di maggior valore, la coppia di diamanti Pink Star, proprio al termine del suo lungo corridoio. Oltre la Medicina Nucleare (della quale vi abbiamo riferito ieri), dove si aprono gli ampi spazi della Radioterapia. È qui che si trovano i due acceleratori lineari gemelli. Hanno richiesto l’investimento più cospicuo, 5 milioni di euro, ma da soli ci spalancano il futuro della sanità pugliese. Difese da due porte blindate anti-radiazioni da 44 quintali l’una, che si aprono scorrendo silenziose, con un soffio leggero, le due macchine ci proiettano finalmente nel domani sempre invocato, in cui migliaia di pazienti non dovranno più essere costretti ad andare lontano da casa per settimane intere, per ricevere un moderno trattamento contro un tumore. Sono le più performanti al mondo, al top assoluto per potenza, precisione e numero di fasci. Proprio qui, nell’atrio che separa le due control rooms, incontriamo il prof. Michele Piombino, responsabile dell’Unità di Radioterapia.
«Sì, si tratta di due gioielli - afferma con orgoglio lo Specialista -. Sono senza dubbio il top in radioterapia, ma qui è stato possibile eseguire un upgrade ulteriore. L’assetto creato per questa Radioterapia consente di curare tutti i tumori solidi, dell’adulto e del bambino, e tutti i tumori ematologici, con le più moderne modalità di trattamento, come l’arcoterapia dinamica VMAT, la stereotassi encefalo, la total body irradiation». I due acceleratori sono infatti in grado di ruotare intorno al paziente (per l’arcoterapia volumetrica modulata), mirando sempre allo stesso bersaglio. In questo modo il tumore viene irradiato da ogni possibile direzione, mentre il fascio evita tutti gli organi che vanno preservati. Le macchine sprigionano la loro massima potenza contro il tumore, senza mai colpire i tessuti vicini. L’estrema precisione con cui si riesce a modellare il perimetro del raggio radioattivo dipende dal numero dei collimatori. Con le due Elekta Synergy questo parametro di accuratezza raggiunge il numero massimo oggi offerto dalla tecnica: 160 collimatori. Raggiungendo questo valore la precisione di dettaglio è la massima al mondo.
«Non è tutto - spiega Piombino -. A perseguire la massima precisione, ci aiutano i sistemi di posizionamento, completamente robotizzati. Grazie alle due TAC, di cui gli acceleratori sono equipaggiati, è possibile, ad ogni seduta, ottenere il riposizionamento del paziente in maniera perfetta, poiché la memoria TAC comanda i movimenti millimetrici dei lettini su cui è disteso il paziente».
Le nuove prenotazioni per le prime visite nel nuovo Centro si apriranno a metà settembre presso il CUP. I primi trattamenti inizieranno invece un mese dopo, quando saranno completati i controlli e le tarature che, secondo norma, vanno eseguiti solo a struttura completata e funzionante. È una radioterapia infallibile? «È una Radioterapia tecnicamente assai ben dotata - si schernisce Piombino -. Siamo molto orgogliosi per quello che Policlinico e Regione Puglia sono stati in grado di realizzare. Credo che davvero in Italia Meridionale un livello di robotizzazione come questo non esista».
La sfida del domani al Policlinico è l’incessante lotta per superare i vincoli di strutture nate in un’era ormai lontana. Oggi quattro ristrutturazioni sono sul tavolo del direttore generale, Vitangelo Dattoli, per rimodernare i padiglioni di Neurologia, Dermatologia, Oculistica e Chirurgia Balestrazzi. Ma senza dubbio Dattoli punta sul nuovo monoblocco Asclepios III per dare al Policlinico un volto nuovo e un’efficienza diversa. La posa della prima pietra avverrà domani. «Asclepios III sarà un ospedale all’interno del Policlinico - spiega Vitangelo Dattoli -. Sei piani, oltre al seminterrato e al piano terra, con 250 posti letto ad altissima tecnologia e integrazione interdipartimentale cardio-toracica. Ospiterà infatti le due Cardiologie (Universitaria e Ospedaliera), la Cardiochirurgia, le Pneumologie (Universitaria e Ospedaliera), la Chirurgia Toracica e la Chirurgia Vascolare».
Il monoblocco che nasce domani sarà un grande Dipartimento Cuore - Polmoni dotato di attrezzature modernissime, come la chirurgia stereotassica, che ambisce a occupare il ruolo del più moderno polo del Mezzogiorno per le cure, mediche e chirurgiche, del cuore e del polmone. L’ingresso sul fronte Nord-Est sarà caratterizzato da ampi chiostri, arredati con aree verdi, che renderanno tutta l’area interamente attraversata dalla luce naturale. Inoltre, proprio al centro del fabbricato, l’architetto spagnolo Albert de Pineda ha disegnato l’elemento distintivo dell’intera opera: due chiostri vetrati che tagliano verticalmente tutto il padiglione, con la funzione di illuminare naturalmente le aree interne che vi si affacciano e di mitigare l’aspetto che generalmente possiedono i grandi reparti di questo tipo, umanizzando così la struttura ospedaliera. Quando si posa una prima pietra ci si piega alle fondamenta, ma si guarda al futuro. «Il futuro del Policlinico - conclude Dattoli - sarà sempre più quello un ospedale che sta coniugando la tradizione, con la sua bella struttura a padiglioni che va salvaguardata, con il progresso e l’altissima tecnologia, di cui la scienza ha bisogno per fornire risposte sempre più avanzate per la tutela della salute».