uno studio

Epatite A, in Puglia 20 casi da gennaio

«Boom di rapporti non protetti tra uomini»

Marina Dimattia

BARI - L’epatite A, un’insidia silenziosa. Non è un allarme quello lanciato dall’Osservatorio Epidemiologico della Regione Puglia, ma una raccomandazione a percorrere la strada della prevenzione. Perché da «settembre 2016 ad oggi, in Europa e in alcune regioni italiane è stato registrato un eccesso di casi di epatite A tra Men who have sex with men (Msm), uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini» si legge nel Rapid Risk Assessment, il documento stilato da una equipe pugliese di esperti epidemiologici e virologi (Domenico Martinelli, Maria Giovanna Cappelli, Giulia Del Matto, Anna Morea, Maria Chironna). Il trend che ha registrato un campione significativo di casi di infezione acuta del fegato, con la concreta possibilità di sviluppare ittero e presentare una sintomatologia più o meno severa, non ha risparmiato neppure la Puglia dove, dal 1° gennaio al 28 febbraio 2017, sono stati identificati dieci soggetti affetti da epatite A, tutti maschi di età compresa tra 28 e 49 anni. Una impennata evidente rispetto al 2016, in cui si è stimata solo una decina di casi di epatite A nell’arco dell’intero anno.

Nel dettaglio, tra i soggetti colpiti negli ultimi due mesi, quattro «hanno riportato di aver avuto rapporti sessuali con altri uomini - Msm (tre dei quattro HIV+) nelle 8 settimane precedenti l’inizio dei sintomi. Di questi, uno (HIV+) ha riferito di aver effettuato un viaggio all’estero, due di aver viaggiato in Italia (Roma e Milano). Tre Msm avevano avuto rapporti occasionali con uomini conosciuti mediante App e siti web di dating, due con partner anonimi non più rintracciabili. Dei rimanenti cinque casi per cui sono disponibili informazioni, tre hanno riferito il consumo di frutti di mare crudi o poco cotti e uno di aver viaggiato all’estero; il quinto caso non ha riportato alcun contatto sessuale e né il consumo di alimenti a rischio», si legge nel report. Il nemico esiste eppure non è una vera epidemia, precisano gli esperti, ma un focolaio epidemico che colpisce in particolare determinate fasce di popolazione.

«Nel frattempo, fino al 20 marzo, i casi totali registrati sono saliti a 20 - spiega Maria Chironna, professore associato di igiene all’Università di Bari, componente dell’Osservatorio Epidemiologico della Regione Puglia -. La diffusione così netta è determinata dai comportamenti promiscui dei soggetti coinvolti, in particolare omosessuali e bisessuali, anche se talvolta, soprattutto questi ultimi, tendono a nascondere i fattori di rischio avendo anche partner femminili. Parliamo quindi di persone che hanno rapporti sessuali non protetti con uomini che non conoscono, ed essendo difficile rintracciare i partner occasionali, il rischio di diffusione è più elevato. Ma la nostra preoccupazione attiene anche alla possibilità di contagio delle persone che vivono nello stesso ambiente, visto che l’infezione si trasmette per via oro-fecale». L’epatite A è una malattia infettiva, spesso asintomatica, che in un numero ridotto di casi può avere conseguenze gravi. L’Osservatorio epidemiologico consiglia, tra l’altro, di sottoporsi alla vaccinazione, raccomandata per tutti i bambini dai 12 mesi in su.

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