infezione
Xylella, in Puglia 5 nuovi focolai
di MARCO MANGANO
La Xylella Fastidiosa apre un altro vasto fronte in Puglia. Cinque nuovi focolai: nel Brindisino, a San Vito dei Normanni, a Ceglie Messapica e a Carovigno; nel Tarantino a Grottaglie e a Fragagnano. La batteriosi che uccide gli ulivi, provocandone il disseccamento, rialza la testa in maniera energica proprio nel giorno in cui la Commissione europea apre alla possibilità di reimpiantare alberi resistenti nell’area affetta dalla patologia. E ancora: la recrudescenza della malattia si registra a una manciata di ore dalla dichiarazione del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano («La Xylella è incurabile ma la situazione in Puglia ora non è drammatica, la stiamo contenendo»). E non è tutto: la notizia trapela all’indomani delle dichiarazioni di alcuni scienziati che garantivano che la sputacchina (l’insetto vettore) venisse paralizzato, se non addirittura ucciso, dal gelo.
La regione rischia provvedimenti molto drastici e dolorosi: l’Europa potrebbe rispolverare il vecchio (ma mai abbandonato) progetto che prevede il blocco della movimentazione ortofrutticola pugliese. Gli stop agli sradicamenti - conseguenza di ricorsi al Tar da parte di alcuni proprietari di ulivi e di inchieste - non sono mai stati condivisi da Bruxelles che più volte ha rimproverato all’Italia di essersi mostrata poco fiscale nel rispetto delle misure previste dai piani Silletti (che recepivano la volontà comunitaria).
La Regione Puglia, in numerose occasioni, ha sostenuto che l’emergenza non ci fosse, nonostante il territorio di Gallipoli fosse un vero e proprio cimitero di ulivi e nonostante i focolai recenti di Ostuni e Martina Franca (notizie anticipate dalla Gazzetta) provassero il contrario.
Il rischio che il batterio killer degli ulivi approdi nel Nord Barese a questo punto appare tutt’altro che trascurabile e gli olivicoltori temono che uno dei principali volani economici dell’area possa bloccarsi, con danni ingenti. Gli animi dei produttori oleari sono surriscaldati. E c’è chi - ci viene garantito da personaggi di peso nel settore - starebbe organizzando una marcia di protesta davanti alla sede della giunta regionale pugliese.
I nuovi cinque focolai accrescono poi, purtroppo, le possibilità di speculazioni commerciali. I casi dell’uva (la Giordania esige dagli esportatori certificati in cui si assicuri l’assenza della patologia) e dell’olio extravergine (si vuole far credere che la malattia lo colpisca) non sono che esempi. La stessa linea comportamentale potrebbe essere assunta per gli altri prodotti di punta regionali: un pericolo tutt’altro che remoto.
C’è poi il caso delle guerre commerciali: i produttori di mele della Val di Non hanno già puntato l’indice contro la Puglia (come denunciato dalla Gazzetta). Hanno sostenuto che, se non fosse stato per la batteriosi, non avrebbero subito alcun calo nell’export verso la Giordania.
In serata è arrivata la conferma. «Cinque nuovi focolai di Xylella sono stati individuati tra il brindisino ed il tarantino», ha spiegato Gianluca Nardone, direttore del Dipartimento di agricoltura della Regione Puglia, parlando con i giornalisti.
«I campioni sono stati raccolti, nella parte più bassa della zona che stiamo monitorando, a fine dicembre ed analizzati ad inizio gennaio. Continuiamo a monitorare la situazione. Ad oggi risulta - ha sottolineato Nardone - che una fascia di 25 km al di sopra della zona dove sono stati identificati i focolai è libera da infezione».
«E' questa una forma di trincea che - secondo Nardone - va mantenuta sgombra da Xylella e per farlo occorre continuare a diagnosticare tempestivamente le piante infette ed adottare le soluzioni inerenti in caso di positività. Ad oggi non siamo ancora in grado di dire quale sia stato l'impatto del gelo e del maltempo sulla fitopatia».
Nardone si è poi soffermato sull'apertura della Commissione europea alla possibilità di reimpianto di nuovi uliveti resistenti nell’area affetta da Xylella spiegando che «era una delle cinque proposte avanzate dalla Regione Puglia in un documento contenente le condizioni per migliorare l’attuazione delle azioni per mitigare il problema».