da Bergamo al Sud
L'assunzione di un invalido bloccata dalla burocrazia
«Ho trovato un impiego in banca, ma tarda l'ok della ex Provincia»
di NINNI PERCHIAZZI
Tre giorni per un «nulla osta» a Bergamo, tre mesi (se tutto va bene) a Bari. Parliamo del tempo necessario affinché il Comitato tecnico dell'ufficio collocamento dell'ex Provincia (ora Città metropolitana) dia il via libera all'assunzione di un lavoratore inserito tra le categorie protette.
Il motivo è presto detto: i componenti esterni dell'organismo tecnico si sono dimessi ed ora si deve attendere pubblicazione ed esito del bando per la selezione e la nomina dei nuovi medici esterni. Niente esperti, niente nulla osta. Così i lavoratori rischiano di perdere il lavoro. Nel frattempo è scattata la diffida da parte dell'Anmic (Associazione nazionale mutilati ed invalidi civili) all'ente pubblico affinché risolva la questione.
Sembra paradossale ma è la realtà. E la storia del signor Umberto (nome di fantasia), che adesso racconteremo, non rappresenta un caso isolato. Purtroppo.
Originario della provincia di Bari, sposato, 29enne con problemi di invalidità, circa sei anni fa riesce a trovare lavoro presso un istituto di credito di Bergamo. La scorsa estate però, dopo tanti sacrifici e tanti curriculum inviati, ottiene la disponibilità ad essere assunto da una banca del Barese. «Finalmente potevo tornare a vivere accanto ai miei parenti - racconta il protagonista della vicenda - così a settembre mi sono licenziato per iscrivermi alla lista di collocamento delle categorie protette, in modo da ricevere il nulla osta dell'ufficio ed essere infine assunto dalla banca».
In effetti è ciò che richiede l'iter: occorre necessariamente risultare disoccupati ed essere iscritti alla relativa lista per poi poter essere assunti.
Succede però, come detto, che si dimettano due componenti del comitato tecnico preposto a verificare se è possibile l'inserimento lavorativo dell'interessato alle specifiche mansioni. Il procedimento si blocca e il responsabile dell'ufficio scrive al signor Umberto suggerendo anche una soluzione tampone. «La banca adesso mi assumerà con un contratto a tempo determinato salvo poi, al momento del rilascio del nullaosta trasformare il rapporto di lavoro in definitivo» racconta Umberto, che però fino a iter concluso resterà con la preoccupazione di aver lasciato un lavoro certo per un altro al momento precario. «Il risultato è che ora sono da due mesi senza stipendio. E pensare che a Bergamo il nulla osta me lo hanno dato in tre giorni» commenta amareggiato.
In qualche modo, si è riusciti a mettere una classica pezza alla vicenda, ma sono parecchi i casi rimasti appesi, in cui il rischio è che il datore di lavoro possa fare dietrofront o semplicemente assumere qualcun altro, come conferma Michele Caradonna, presidente provinciale dell'Anmic. «Non è possibile che il comitato tecnico dell'ufficio del lavoro possa rischiare di far perdere una opportunità di impiego, che peraltro il lavoratore è riuscito a procurarsi da solo», afferma. »A Natale scorso si è verificato lo stesso intoppo, sempre sulla pelle della gente - incalza - anche se è proprio sbagliato il meccanismo che prevede prima il licenziamento, al fine di iscriversi alle liste dei centri per l'impiego, e poi la successiva assunzione previa vista del famigerato comitato».
Intanto è partita la diffida alla Città metropolitana affinché la commissione venga ricostituita al più presto.