lieto evento

Sabrina aveva fretta ed è nata in ambulanza

Emilio Oliva

di EMILIO OLIVA

MATERA - Una storia di sanità che funziona. Una ostetrica e operatori del 118, che hanno formato una «squadra» molto affiatata e preparata, sono i protagonisti di un parto in ambulanza portato a termine nel migliore dei modi. Non accade tutti i giorni, anche se non è la prima volta. Annalisa Aratari, 28 anni, di Ferrandina, madre di sei figli, quattro femmine e due maschi, ha dato alla luce Sabrina quando l’ambulanza era appena partita alla volta del Pronto soccorso dell’ospedale Madonna delle Grazie.

«La mamma e la neonata stanno bene. È stato un parto molto veloce. La famiglia si è rivolta a noi con ritardo», commenta Carmela Guerrieri, ostetrica, 36 anni di servizio, che si divide tra il lavoro sul territorio, a Ferrandina, e quello in ospedale, a Matera, collaborando per tre giorni a settimana con gli ambulatori di Ostetricia e ginecologia. È stata chiamata nell’abitazione di via Dicio, a pochi passi dalla guardia medica, a Ferrandina, quando la paziente era già ad un passo dal parto.
A bordo dell’«India 12», il mezzo del 118 partito da Ferrandina, oltre a lei, c’erano il dottor Aldo Cavallo, della guardia medica, Antonella Fumarola, infermiera, e Claudio Lascaro, autista. Il rendez vous, cioè l’incontro con la seconda ambulanza, medicalizzata, partita intorno alle 16.20 da Matera, sulla quale viaggiavano la dottoressa Maria Romeo, Mirella Marino, infermiera, e Mario Lascaro, autista, è avvenuto a pochi chilometri da Ferrandina, allo svincolo tra la Basentana e la statale 7, nella zona industriale. Maria Romeo è salita sulla prima ambulanza, dando il cambio al medico di guardia che è stato riaccompagnato in sede dal padre della neonata, Nicola Casiero, 34 anni, che ha raggiunto più tardi la moglie in ospedale. Appena compiuto il trasbordo, la paziente ha partorito Sabrina, una bellissima bambina.

Per l’ostetrica è stato il primo parto in ambulanza. Gli eventuali rischi sono legati soprattutto a complicanze e all’impossibilità di disporre delle attrezzature in dotazione in ospedale. «Fortunatamente – dice – abbiamo una formazione che deriva anche dalla personale esperienza ospedaliera e dalla conoscenza delle linee guida da osservare per intervenire in condizioni di sicurezza. Quando è giunta l’ambulanza medicalizzata la bambina era già nata. L’abbiamo attaccata al seno e abbiamo reciso il cordone ombelicale».
All’arrivo in ospedale Annalisa Aratari non è apparsa particolarmente provata. E anche Sabrina è sembrata stare al mondo da più tempo. «Quando le cose fisiologicamente avvengono in situazioni eccezionali non è un caso che venga in soccorso la natura», spiega Carmela Guerrieri. In tutta la sua esperienza per Maria Romeo invece il parto in ambulanza è stato il terzo. «In dieci anni mi sono capitati tre casi. Questa volta però la bambina non ha voluto aspettarci. Ha deciso di nascere prima», scherza il medico del 118. «Abbiamo una formazione fondata sulle stesse procedure, per cui anche con l’infermiera – riprende l’ostetrica – ci siamo intese subito. Così come c’è stato affiatamento con l’autista. È stata un’esperienza bellissima». Tutto si è svolto in pochi minuti. «Facciamo corsi periodici di emergenza ginecologica a Bologna – continua la dottoressa Romeo – che contemplano anche il parto in ambulanza e l’assistenza al neonato in arresto cardiaco o con gravi complicanze». La professionalità degli operatori sanitari è stata determinante in questa vicenda. La natura, infine, ha fatto il resto.

Privacy Policy Cookie Policy