Stop del governo alla proposta avanzata dalla commissione Bilancio, con la firma del presidente Francesco Boccia e di tutti i capigruppo in commissione, di destinare 50 milioni per l’emergenza sanitaria di Taranto attraverso un emendamento alle tabelle della legge di Bilancio. La proposta avanzata in comitato dei 9 dopo che non si è votato analogo emendamento in commissione, è stata fermata, secondo quanto si apprende, per un problema sulle coperture, perché le risorse sarebbero state sottratte a quelle per la stabilizzazione dei medici.
LE REAZIONI DELL'OPPOSIZIONE - La bocciatura dell’emendamento alla legge di Bilancio che avrebbe consentito alla Puglia di spendere 50 milioni di euro, in deroga al decreto ministeriale 70, per meglio affrontare le criticità sanitarie provocate dall’inquinamento nella città di Taranto è «una vergogna che mostra vero volto del governo Renzi». Lo afferma in una nota l'eurodeputata tarantina Rosa D’Amato (Movimento Cinque Stelle).
«Adesso - aggiunge - si sorprendono, si indignano, sperano che il Senato ci metta una pezza. I piddini di Taranto alzano le barricate, il segretario provinciale sospende le iniziative per il Sì in segno di protesta. Ecco, appunto: il Senato dovrebbe riparare al danno commesso alla Camera contro Taranto e la sua emergenza sanitaria. Così sperano». Se dovesse «accadere - insiste D’Amato - una cosa del genere, in futuro, nel malaugurato caso dovesse vincere il Sì alla riforma costituzionale, per come hanno strutturato il nuovo Senato non sarebbe più possibile metterci 'una pezzà in tanti casi. Tanti, troppi».
«Il dato che emerge in queste ore è che nel Pd si è verificato un corto circuito che ha assestato l'ennesimo schiaffo a Taranto, col mancato stanziamento nella legge di stabilità di 50 milioni di euro per la sanità ionica». Lo dichiarano i consiglieri regionali di Forza Italia, Francesca Franzoso e Nino Marmo, secondo i quali la dote finanziaria avrebbe dovuto essere idealmente in continuità con quanto era stato disposto negli anni scorsi, con l’inserimento della città nel decreto Terra dei fuochi, che ha comportato una disponibilità per l’Asl di Taranto pari a 30 milioni di euro».
«Ora - dicono - l’annuncio di voler rimediare da parte di alcuni esponenti dell’esecutivo, o attraverso le correzioni in Senato o attraverso altre misure, non ha alcuna credibilità. Taranto merita risposte chiare e precise sin da subito e non certo la politica degli annunci non seguiti dai fatti salvo poi, come in questo caso, correre a rimediare in extremis o a trovare nuovi escamotage». «Chiedere più serietà e meno demagogia al Pd di tutti i livelli ci sembra, a questo punto, il minimo sindacale». «A partire dal governo regionale - rilevano - che chiede a Roma le deroghe al DM 70, senza riconoscere però, alla provincia, la dignità che merita nel piano sanitario regionale sul fronte di strutture e posti letto, anticipando chiusure e ridimensionamenti dissennati delle strutture ospedaliere presenti. Ora lo scaricabarile tra i vari livelli del Pd - provinciale, regionale e nazionale - rasenta il ridicolo. Si cominci da Bari, a mostrare attenzione per la città con i fatti, però, non a parole, fatti che ci auguriamo seguiranno anche dopo gli ultimi annunci da parte del Governo».