Banche, torna il sereno dopo gli «stress test»
xxx Il Financial Times: ma non si considerano i rischi della Brexit
ROMA - Un «cielo più sereno» sul sistema bancario italiano ed un settore «più credibile» dopo gli stress test dell’Eba. Esprime soddisfazione l’establishment bancario del Belpaese alla luce dell’esame dell’Autorità europea, che ha visto la promozione di quattro istituti italiani su cinque ossia Intesa, Banco, Ubi e Unicredit mentre Mps, come previsto, è stata bocciata. Dopo gli stress test «il cielo è più sereno: il sistema bancario italiano è sicuro», aggiunge il presidente di Assopopolari, Corrado Sforza Fogliani, evidenziando come le Popolari abbiano «un coefficiente patrimoniale medio ben più alto di quello richiesto dalla legge».
Ed esulta il consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, dopo che la sua banca si è piazzata tra le top venti in Europa. «Il risultato degli stress test rappresenta un passaggio rilevante per Intesa Sanpaolo: siamo i più forti in Europa tra le grandi banche in termini di solidità patrimoniale ed i nostri coefficienti superano ampiamente le richieste dei regolatori, anche nello scenario più avverso», dichiara Messina. Tutt’altro umore naturalmente in Mps, risultata la peggiore banca del Vecchio Continente. Tuttavia la più antica banca del mondo potrebbe rimettersi in carreggiata dopo aver ottenuto il via libera al suo piano di risanamento sia dalla Banca Centrale Europea che da Bruxelles perché «è pienamente in linea con le regole Ue». Piano che prevede la vendita di tutti i 27,7 miliardi di sofferenze lorde e un aumento di capitale fino a 5 miliardi, garantito da un pool di otto banche d’affari, e che i vertici di Rocca Salimbeni hanno preferito a quello alternativo di Corrado Passera.
Parla invece di «ottimismo immotivato» dopo gli stress test il Codacons, che sottolinea come i risparmiatori italiani siano sempre «sull’orlo del precipizio» e che «non dimenticano che abbiamo la banca più disastrata d’Europa». E molto critico sull’esame dell’Eba è il Financial Times, avvertendo che l’esito degli stress test «fa poco per ripristinare la fede nelle banche europee». Secondo il quotidiano della City di Londra, infatti, l’esercizio non ha tenuto conto dei rischi che possono scaturire dalla Brexit e da tassi d’interesse negativi e poi non fa nessun riferimento a Basilea 4, che prevede un aumento delle soglie patrimoniali per le banche. Inoltre il test, a differenza dell’esercizio precedente, non prevedeva nemmeno un punteggio minimo per essere superato, «facendo nascere il sospetto che sono state assecondate sensibilità politiche», sottolinea l’Ft.
Alfonso Abagnale