La clinica degli scandali, o la clinica dei fallimenti. Da simbolo di una presunta lobby affaristica legata a doppio filo con la politica a emblema di inefficienza. Con un profondo rosso (si spende più di quello che si incassa) che ora spalanca le porte a una chiusura. Risultato: 1 milione e mezzo di risorse in meno quest’anno dalla Asl e il «regalo» di una procedura di licenziamento collettivo per i 108 dipendenti. Ecco la carta di identità della «Giovanni Paolo II», clinica di riabilitazione (aperta 10 anni fa) di Putignano, di proprietà della Kentron, società facente capo anche all’imprenditore Francesco Ritella (imputato per bancarotta fraudolenta), e da due anni sotto il «governo» della magistratura. Le quote sociali sono sotto sequestro penale e dal 2014 la gestione è affidata a un amministratore nominato dal gip.
A conti fatti, negli ultimi due anni la situazione non è delle più rosee: sia il bilancio della Kentron che quella della holding controllante (Court estate), sembrano l’anticamera del fallimento. Solo la Kentron registra 19,8 milioni di perdite nel 2014, risultato conseguente a una pulizia fatta nel bilancio da parte della nuova governance soprattutto attraverso la bonifica di una serie di crediti. Conti negativi aggravati dagli altri 2,2 milioni di rosso del 2015. E il 2016 non promette nulla di buono.
Dopo l’iniziativa della magistratura, la società tentò un concordato preventivo, poi ritirato nel tentativo di risollevare in autonomia le sorti della clinica. Il tempo ha deluso ogni aspettativa. A giudicare dalla delibera di alcuni giorni fa con cui la Asl ha comunicato le nuove risorse da destinare alle strutture di riabilitazione, la Kentron - nel 2015 - risulta aver fatturato ben 1 milione e 700mila euro in meno rispetto al tetto assegnato, pari a 6 milioni e 100mila euro. Il fondo unico della Asl Bari sulla riabilitazione nel 2016 è di circa 34 milioni di euro (50mila euro in meno rispetto allo scorso anno). Con la differenza che, a seguito di una riuduzione complessiva del budget spalmato tra le varie cliniche, la «Giovanni Paolo II» risulterebbe penalizzata (4,5 mln il nuovo tetto) dal mancato completo utilizzo dei fondi del 2015.
Con questi numeri, la situazione non regge e l’attuale amministratore nominato dal gip, Gianpaolo Pulieri, ha avviato le procedure di licenziamento collettivo nei confronti di una quindicina di dipendenti: dato questo, riferito a qualche giorno prima che la Asl definisse la riduzione del badget. Leggendo la delibera della Asl sembrerebbe emergere una non efficace gestione da parte dell’attuale management della struttura; ma dalla comunicazione inviata ai sindacati, le cose starebbero diversamente. Pulieri punta l’indice contro una serie di scelte da parte dell’amministrazione sanitaria che avrebbe penalizzato la clinica: mancato adeguamento tariffario, ritardi nell’attuazione di un regolamento regionale nonchè la «riduzione«non voluta delle attività riabilitative... derivanti per la maggior parte da nuovi e più selettivi criteri di accesso (alle prestazioni) che hanno determinato un calo del fatturato». Di fatto, a «beneficiare» del milione e mezzo sottratto alla Giovanni Paolo II - poi redistribuite nel fondo - sono state le due strutture del gruppo Segesta (Frangi e Riabilia) e la Padre Pio di Capurso, altra struttura che attraversa una situazione di difficoltà per mancata ratifica dell’accreditamento (passaggio di proprietà).
Morale: tagliare il personale per cercare di quadrare i conti. Leva finanziaria che rischia di rivelarsi insufficiente per evitare il precipizio della struttura. Da un lato il regolamento regionale prevede, per il mantenimento dell’attività, il rispetto di alcuni standard (tra cui il personale); dall’altro la clinica non può far fronte ai pagamenti (i dipendenti aspettano ancora alcune mensilità arretrate). I sindacati alzano le barricate: il segretario generale Fp della Cgil, Domenico Ficco, giudica illegittima la procedura e invita l’azienda a mantenere l’organico. La Kentron sembra entrata in un tunnel senza uscita.[n. p.]