Ma aumenta la pasta
La guerra del grano prezzo in caduta libera
Dopo due anni e mezzo di attesa, Palazzo Madama ha approvato nei giorni scorsi il Collegato agricolo alla Legge di Stabilità 2014 per la razionalizzazione e la semplificazione in agricoltura e pesca. «Un provvedimento emanato addirittura dall’ex Governo Letta e che, finalmente - dice Giuseppe L’Abbate, parlamentare dei Cinque Stelle - viene licenziato in terza lettura al Senato, nel disinteresse del ministro Martina».Dall’introduzione della definizione di birra artigianale alla creazione della anagrafe apistica, il Collegato prevede misure per la selvicoltura, l’apicoltura e l’ippica. Bocciate, invece, «le nostre proposte di abolizione dell’Imu agricola e la cancellazione dell’odiato spesometro per i piccoli produttori» dice L’Abbate. «Finalmente buone notizie dal Parlamento a difesa del patrimonio agricolo nazionale e, quindi anche di regioni, come la Puglia, che hanno nel comparto una tradizione di eccellenze»., Così il vicepresidente del Consiglio regionale pugliese, Peppino Longocommenta il via libera al Collegato agricolo.
«Restano delle criticità che colpiscono in modo particolare la Puglia, a cominciare dalla questione grano che sta mettendo in ginocchio i nostri cerealicoltori, con i prezzi a livelli insostenibili a causa dell’inarrestabile fenomeno di import di frumento duro dall’estero. Diventa a questo punto indispensabile - dice Longo - l’adozione del piano cerealicolo nazionale in tempi brevissimi». «Cercheremo di sensibilizzare anche i produttori della pasta - ha detto in proposito nei giorni scorsi il presidente della Regione Michele Emiliano - che se continuano a lavorare solo su prezzo e quantità, a breve rischieranno, come i produttori di grano, anche il loro equilibrio economico d’impresa». Ecco perché Coldiretti, che nei giorni scorsi ha tenuto una manifestazione sul tema, sta puntando sull’appello al governo per l’etichettatura obbligatoria degli alimenti.
Il prezzo di un pacco di pasta - spiega la Confederazione - moltiplica 8 volte dal campo allo scaffale con una tendenza invertita per grano e pasta dal 2007 ad oggi. Prezzi aumentati del 68% per la pasta, passata da euro 1,1 del 2007 ad euro 1,85 al chilogrammo del 2016, contro le quotazioni del grano pugliese crollate del 33 percento da 26,7 euro al quintale del 2007 a 18 euro al quintale dei giorni nostri. «Per fare un chilo di pasta – ha spiegato il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – serve 1,3 Kg di grano. Ciò significa che per ogni pacco di pasta acquistato al costo di euro 1,85, solo euro 0,23 servono a remunerare il prodotto agricolo. La inaccettabile remunerazione del prodotto locale è direttamente collegata all’import non stop di grano dall’estero che continua ad invadere quotidianamente i porti di Bari, Manfredonia e Barletta. Risulta indispensabile ripristinare e mantenere la fiducia dei consumatori, incoraggiando il loro coinvolgimento nella politica di sicurezza alimentare, garantendo il monitoraggio e la trasparenza in tutta la filiera alimentare e il maggior grado possibile di riconoscibilità delle caratteristiche essenziali dei prodotti».
Di qui la richiesta al governatore Emiliano che il tavolo cerealicolo regionale approdi ad un accordo di filiera tra le parti che preveda un prezzo del grano mai al di sotto dei costi di produzione. «L’attività borsistica della Camera di Commercio di Foggia, se non favorisce, sta agevolando il fenomeno speculativo – ha denunciato il direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti – attraverso la scarsa trasparenza nella formazione del prezzo, oppure apportando variazioni nelle quotazioni in assenza di compravendite o per contratti di scarsa rilevanza economica, che rende necessario ed urgente il riordino di tutta la materia come da tempo chiede Coldiretti. Serve l’etichettatura obbligatoria di pasta e pane che informi sulla provenienza geografica, sulla qualità e salubrità del cibo. Abbiamo bisogno di uno strumento forte di protezione dei nostri prodotti, nonché di garanzia per i consumatori».