L'interrogatorio a Potenza

Petroliogate, De Giorgi dai pm «Non di dimetto per dei corvi» per

Il suo legale: ha reso dichiarazioni spontanee. E' indagato per abuso d'ufficio

«Sarebbe un Paese strano se un Capo di una forza di difesa si dimettesse dopo quello che hanno detto i corvi": lo ha detto l’ammiraglio Giuseppe De Giorgi, rispondendo alle domande dei giornalisti dopo l’interrogatorio oggi davanti ai pm di Potenza nell'ambito di un filone di inchiesta sul petrolio lucano. E ha agigunto: «Sono fiducioso che la magistratura individui chi è il corvo e i propalatori di queste notizie che sono false. Questo dossier è già stato fatto circolare anni fa ed è stato già analizzato dall’autorità giudiziaria senza dare esito ad alcun risultato e a nessuna prova di fondatezza: di quelle dichiarazioni onestamente non me ne brucia nessuna. Non saprei proprio quale tipo di credibilità possano avere».

Abbiamo reso - ha spiegato l'avvocato ai giornalisti - delle dichiarazioni sui fatti, non per spiegarli o per chiarirli, perché i pubblici ministeri sono molto bravi: non hanno bisogno né di chiarimenti né di spiegazioni. L’ammiraglio ha sentito che è indagato solo per il reato di abuso d’ufficio, nessun’altra accusa o incolpazione vi è a suo carico. Siamo molto soddisfatti - ha continuato - perché i pubblici ministeri, con molta attenzione, ci hanno seguito nelle nostre dichiarazioni. Per cui mi sono sentito in dovere di proporre un’istanza motivata di archiviazione per la posizione del mio assistito: aspettiamo l’esito». Nocita ha poi evidenziato che «è stato prodotto tutto ciò che riguarda il rapporto fra Marina e Porto di Augusta: non c'è nessun atto di concessione o nessun atto della Marina che riguardi un qualche soggetto o una qualche società di quel porto. Per questo - ha concluso il legale - ho chiesto l’archiviazione ai pubblici ministeri: mi pare sia impossibile ipotizzare un reato di abuso d’ufficio, che si commette attraverso atto della pubblica amministrazione, senza l’atto».

Il nome di De Giorgi compare numerose volte nelle migliaia di pagine che compongono i faldoni del cosiddetto filone "siciliano": la sua voce è stata registrata per mesi, in tante intercettazioni. Il «quartierino romano» - il presunto comitato d’affari di cui farebbe parte anche Gianluca Gemelli, il compagno dell’ex ministra dello Sviluppo economico, Federica Guidi - avrebbe «puntato» un pontile del porto di Augusta, snodo fondamentale per i «movimenti» del petrolio. L’ammiraglio dovrà quindi fare chiarezza sul suo ruolo, anche per altre mosse che, nei mesi scorsi, hanno riguardato la Marina militare, ad esempio per favorire - sostiene l’accusa - l’iter e il finanziamento della legge navale.
A prescindere dai chiarimenti che De Giorgi fornirà ai magistrati, la sua carriera sembra ormai arrivata al capolinea: compirà 63 anni, l’età della pensione, il prossimo 21 giugno e il Governo, esclusa una possibile estensione del mandato, si appresta a decidere il successore: l’ammiraglio Valter Girardelli, attuale capo di Gabinetto del ministro della Difesa Pinotti sembra il favorito rispetto all’altro contendente, l'ammiraglio Filippo Maria Foffi, comandante in capo della Squadra navale. La designazione del nuovo capo di stato maggiore dovrebbe avvenire nella prima quindicina di maggio, non prima, nell’ambito di una più ampia tornata di nomine riguardanti anche il comandante generale della Guardia di finanza, i direttori di Aisi, Dis e il capo della Polizia.

Intanto si è appreso che l’imprenditore Gianluca Gemelli (compagno dell’ex Ministra dello Sviluppo economico, Federica Guidi) sarà interrogato venerdì prossimo, 22 aprile, dai pm di Potenza che coordinano l’inchiesta sul petrolio in Basilicata. Gemelli - che è indagato in due filoni ed è considerato personaggio centrale dell’inchiesta - ha chiesto di essere ascoltato dai magistrati lucani.
Già nei giorni scorsi, l'imprenditore aveva fatto sapere agli organi di stampa di voler incontrare i pm di Potenza. La richiesta, tuttavia, non era mai stata ufficializzata alla Procura. Ora ciò è avvenuto, e i pm hanno subito fissato l’interrogatorio dell’indagato

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