Cgil, Cisl e Uil lucane
In marcia per il lavoro 10mila in piazza a Potenza
«Noi oggi chiediamo misure che innalzino competitività e attrattività dei contesti locali, che valorizzino le vocazioni industriali, culturali, turistiche, agroalimentari e ambientali»
POTENZA - Padri e figli, pensionati e studenti, chi ha il posto fisso, chi l’ha perduto da tempo e chi si accontenterebbe di un posto anche «molto precario». Per le strade di Potenza, oggi - nel pieno del clamore per l’inchiesta sulle estrazioni petrolifere - c'erano migliaia di persone in "Marcia per il Lavoro» (è il titolo scelto nei mesi scorsi da Cgil, Cisl e Uil per la manifestazione regionale) ma soprattutto in «marcia per la salute». Forse erano più di diecimila.
Questa volta, però, i numeri contano fino a un certo punto perché gli slogan, dal raduno fino all’arrivo davanti alla sede della Regione, sono andati oltre la Basilicata, e virtualmente hanno raggiunto anche Taranto, a 150 chilometri di distanza. Potenza e Taranto sono due città molto diverse, una di alta collina e l’altra «dei due mari», ma oggi sono sembrate vicinissime. Ad unirle, una frase che, riferita all’Ilva, i tarantini conoscono molto bene: «Non vogliamo essere costretti a scegliere se morire di fame o morire di tumore».
Un concetto che gli ambientalisti lucani e, in particolare, quelli della Val d’Agri - a Viggiano (Potenza) c'è il Centro Olio dell’Eni, al centro dell’inchiesta - ripetono da anni. Per molto tempo, in verità, sono stati ascoltati poco ma oggi la loro voce si è sentita forte. A fare da megafono, da Potenza, Cgil, Cisl e Uil. Da mesi, i segretari regionali - Angelo Summa (Cgil), Nino Falotico (Cisl) e Carmine Vaccaro (Uil) - preparavano questo appuntamento. Del resto, in Basilicata i dati sulla disoccupazione «sono drammatici», hanno ribadito anche oggi i rappresentanti sindacali, criticando l’operato della Regione, «che oggi - hanno sottolineato - ha ricevuto un avvertimento da chi manifesta per una sana ribellione democratica». Dal capoluogo lucano, sono partiti anche "messaggi» per il Governo: «Servono - ha detto il segretario nazionale della Uil, Carmelo Barbagallo - politiche per lo sviluppo del Mezzogiorno, ma le promesse del Governo sono rimaste tali».
I temi del lavoro, certo, senza però dimenticare la salute e il rispetto dell’ambiente. Non a caso, sullo sfondo del filone "Val d’Agri» dell’inchiesta potentina, c'è (senza che l’ipotesi di reato sia stata formulata dalla Procura, che indaga solo per illecito smaltimento di rifiuti) il disastro ambientale. Proprio come a Taranto. Lavoro, salute e ambiente, problemi di Viggiano, Taranto e di tante altre zone del Mezzogiorno. «Lo scontro tra ambiente e lavoro - ha fatto notare il segretario confederale della Cgil, Fabrizio Solari - è quanto di peggio possa capitare, perché è la lotta tra i poveri. Le due cose non solo possono, ma devono convivere. Bisogna però ripristinare la fiducia sul fatto che ci debbano essere dei controlli efficienti che garantiscano insieme al lavoro anche la salute dei cittadini e il rispetto del territorio. E’ - ha concluso Solari - la battaglia che stiamo facendo a Taranto, a Gela: serve anche qui costruire rapidamente la fiducia sul futuro perché il lavoro manca, c'è bisogno di nuovo lavoro e se perdiamo anche quello che c'è, la situazione diventa ancora più drammatica».