Le indagini fiscali in Polonia
I treni d'oro delle Sud Est Un'evasione da 50 milioni
Gonfiati i costi di manutenzione degli Atr. Nel mirino della Gdf la Varsa
MASSIMILIANO SCAGLIARINI
BARI - La triangolazione Polonia-Croazia-Italia che ha portato le Sud-Est ad acquistare i treni Atr e le carrozze di seconda mano (peraltro quasi tutte inutilizzate) potrebbe aver sottratto a tassazione quasi 50 milioni di euro. Ne è convinto il Nucleo di polizia tributaria del comando provinciale di Bari della Finanza, che ha messo nel mirino la misteriosa Varsa: un nome che compare diverse volte nella relazione del commissario straordinario della Sud-Est, Andrea Viero.
Varsa è lo snodo nevralgico nell’operazione da oltre 110 milioni per i treni polacchi. La società riacquista da Sud-Est le 25 carrozze tedesche di seconda mano, per poi farle ristrutturare in Croazia e rivenderle a Bari per 22,5 milioni: secondo la Procura di Bari, il doppio del valore reale. Ed è sempre Varsa che funge da intermediario nella vendita a Sud-Est di 27 treni Atr-220, incassando 12 milioni di euro di provvigioni su un totale di circa 93: soldi che, nell’impostazione accusatoria, sarebbero stati drenati dai fondi europei erogati dalla Regione. Per queste vicende è in corso a Bari l’udienza preliminare a carico dell’ex amministratore delle Sud-Est, Luigi Fiorillo, e di altre 7 persone, con l’accusa di truffa allo Stato e di reati fiscali.
Le successive indagini della Finanza hanno ipotizzato che Varsa sia uno schermo per ottenere la «esterovestizione» dei profitti: la società di Varsavia, dicono le fiamme gialle, sarebbe infatti riconducibile all’imprenditore bolognese Carlo Beltramelli, anche lui imputato per i treni d’oro. Utilizzando Varsa, Beltramelli ha sfruttato il più favorevole regime di tassazione polacco: i finanzieri ritengono però che si tratti di un trucco, e per questo lo hanno denunciato.
A riprova di questo, la Finanza ha osservato che Varsa (il cui legale rappresentante era, all’epoca dei fatti, un ricercato italiano) era in realtà posseduta dalla Filben, società riconducibile a Beltramelli e alla moglie. Ma l’indagine ha approfondito anche gli aspetti collegati alla manutenzione dei treni Atr. A gennaio 2009, Fiorillo aveva firmato un contratto di manutenzione con una società del cognato di Beltramelli, società che poi cambia nome e diventa Filben. In quel contratto, Fse riconosceva per la manutenzione un compenso orario di 58,50 euro. Solo che - dice la Finanza - la manutenzione veniva effettuata in realtà dai tecnici della stessa Pesa, che venivano pagati 45 euro: quindi, in sostanza, ciò che Beltramelli incassava era una semplice provvigione.
Tutti gli accertamenti fiscali sono precedenti all’avvio del nuovo fascicolo di indagine nato dalla relazione di Viero e dalla due diligence predisposta da Deloitte. Sud-Est, tramite il subcommissario Domenico Mariani, ha consegnato i documenti al procuratore di Bari, Giovanni Volpe, che li ha affidati al pool pubblica amministrazione coordinato dall’aggiunto Lino Giorgio Bruno: al fascicolo lavorano anche due sostituti. La relazione, come ormai noto, ha ricostruito la genesi dei 288 milioni di euro di debiti delle Sud-Est (cui ne vanno aggiunti almeno altri 30 per via delle quasi 4mila cause): in dieci anni 272 milioni tra esternalizzazioni, consulenze e spese legali. Spiccano i 27 milioni di parcelle accumulate da Angelo Schiano, avvocato romano al centro di una fitta tela di rapporti che sfiorano il Vaticano, condannato a 2 anni (pende appello) per bancarotta in un rivolo del processo al Maddof dei Parioli. Dentro Sud-Est, ha evidenziato la relazione di Viero, lavoravano molti degli uomini di Schiano.