Mercoledì 10 Settembre 2025 | 01:12

Criminalità, a Bari 50 soldati
Alfano sui flussi dei migranti
«Pronti ad affrontare l'emergenza»

 
Nicola PEPE

Reporter:

Nicola PEPE

alfano

Emiliano su sicurezza e ordine pubblico: «In generale la situazione della Puglia è tenuta molto sotto controllo. Ci preoccupa molto la situazione della Capitanata, in particolare della città di Foggia»

Lunedì 29 Febbraio 2016, 14:34

22:01

BARI - Da domani 50 militari arriveranno a Bari, altri 50 sono da oggi in servizio a Taranto» per fronteggiare l’emergenza criminalità nelle due città. Lo ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, al termine della conferenza regionale sulla sicurezza e l’ordine pubblico in Puglia.

Alfano ha presentato i risultati raggiunti sul territorio nel corso del 2015. «C'è stato - ha detto - un calo dei reati del 4,7 per cento rispetto al 2014. Sono diminuiti in particolare del 20,5 per cento gli omicidi, del 6% le rapine, del 3,2 i furti». Il ministro ha poi ricordato i «sequestri di 1.426 beni del valore complessivo di 154 milioni di euro, le confische di 599 beni del valore di oltre 87 milioni» e l’arresto «dal 2013 di 18 latitanti di rilievo».

Annunciando i cento militari inviati a Taranto e a Bari, Alfano ha ricordato che «allo stato in Puglia vi è una presenza molto significativa delle forze dell’ordine, ben 15.209 unità», oltre ad «un contingente di 300 militari delle Forze armate che è già impegnato nella regione».

Il presidente della Regione, Michele Emiliano, a margine dell'incontro ha detto che «in generale la situazione della Puglia è tenuta molto sotto controllo. «Ci preoccupa molto la situazione della Capitanata, in particolare della città di Foggia - ha detto Emiliano - che è afflitta da fenomeni estorsivi molto gravi. A San Severo qualche giorno fa è stata addirittura trovata una granata per strada. Abbiamo preoccupazioni molto serie anche per Taranto dove l'episodio dell’omicidio di tre sere fa è estremamente preoccupante, perché è avvenuto con armi pericolosissime da guerra e soprattutto è avvenuto nell’ambito di traffici di stupefacenti che preoccupano moltissimo. La situazione di Brindisi, come abbiamo più volte detto alla Commissione Antimafia è molto pesante. Noi dobbiamo trovare il modo di ripristinare la legalità in città».

«A Lecce la situazione appare meno impegnata da fatti di cronaca di particolare gravità, - ha continuato il presidente - ma è inutile dire che le indagini della Dda di Lecce, come quelle della Dda di Bari hanno dato ultimamente risultati importanti in particolare proprio nella città di Brindisi è stata praticamente individuata una nuova Sacra Corona Unita giovane, fatta di rampanti che collegandosi ai vecchi riti, alle vecchie alleanze e ai vecchi capi, stavano cercando di colonizzare il capoluogo, come avevamo intuito e già riferito alla Commissione Antimafia».

In quanto alla possibile ondata prevista di migranti sulle coste della Puglia, il ministro Alfano ha detto: «Stiamo lavorando affinché la rotta balcanica non si riapra. Se ciò dovesse accadere siamo pronti ad affrontare il flusso» dei migranti. Lo ha detto Alfano. "Mi danno conforto - ha aggiunto - le parole di ieri di Angel Merkel». «Noi stiamo facendo di tutto affinché la Grecia non venga isolata», ha concluso.

Sul fronte dell’immigrazione noi "stiamo facendo la nostra parte, pretendiamo che tutti facciano la loro parte». «Stiamo facendo - ha aggiunto - ciò che prevede la strategia europea: hotspot per distinguere i profughi dagli irregolari; che gli irregolari vengano rimpatriati e i profughi vengano ricollocati equamente nei 28 Paesi dell’Unione».

«Questa - ha aggiunto - è una strategia di un governo di un grande Paese democratico come l’Italia, ed è una strategia che anche in Europa ha un peso molto significativo perché noi in Europa ci stiamo presentando con tutte le carte in regola per essere creduti e per imporre la linea nostra, che non è creativa ma che la Commissione europea ha già assunto».

Il governo italiano si sta "attrezzando nel caso in cui si verifichi» la riapertura di una eventuale rotta balcanica via mare dai Balcani verso la Puglia, "ma non mi pare opportuno alimentare allarmismi su questo». 

«Sulla riapertura di una eventuale rotta balcanica via mare dai Balcani verso la Puglia - ha detto Alfano - noi siamo già al lavoro per individuare tutte le misure di accoglienza che dovessero essere necessarie. Non mettiamo il carro davanti ai buoi perché noi stiamo lavorando per la prevenzione a livello di politica internazionale e stiamo lavorando per ridurre la possibilità che questa evenienza si verifichi».

Però, «noi stiamo facendo gli hotspot, gli altri si devono prendere i migranti, perché il ricollocamento significa questo». «Poi c'è il terzo capitolo, strettamente connesso: che è il rimpatrio degli irregolari. Gli immigrati - ha spiegato il ministro - arrivano e devono essere divisi tra profughi e irregolari. I profughi vanno divisi tra i 28 Paesi europei; gli irregolari vanno rimpatriati. Se gli irregolari non vengono rimpatriati dall’Europa, i Paesi che hanno gli irregolari nel proprio territorio nazionale vedranno il sovrapporsi degli irregolari anno dopo anno se non funziona il meccanismo del rimpatrio. Quindi, c'è il rischio che il sistema collassi. Ecco perché noi insistiamo affinché il trinomio hotspot-collocazione-rimpatri funzioni, perché se si inceppa uno dei tre si inceppa il sistema».

Riguardo i migranti è intervenuto il sindaco di Bari Antonio Decaro. «Se ci dovesse essere davvero il flusso migratorio» verso la Puglia «per l’interruzione del flusso legato ai Balcani, credo sia opportuno nominare un commissario nazionale per l’emergenza immigrazione. Il porto di Bari, la città di Bari e credo anche la Regione sono pronti - ha detto Decaro - ma non è un problema che possiamo risolvere né come Comune, né come Regione. È un problema che non è legato solo al nostro Paese, c'è bisogno di una cooperazione europea».

«È troppo forte il flusso migratorio previsto» ha continuato il sindaco, ricordando anche la questione della realizzazione a Bari di alloggi temporanei per ospitare i 150 migranti che attualmente vivono nell’ex set. «Dal finanziamento è passato quasi un anno - ha spiegato il sindaco - ma, non essendoci una dichiarazione dello stato di emergenza, diventa difficile per un Comune anche realizzare delle unità abitative mobili».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)