Michele Cozzi
Angelino Alfano, ministro dell’Interno, ieri a Bari per un vertice sulla sicurezza. Poi ha fatto visita alla Gazzetta. Ministro, il popolo del Family day è senza un leader. È così?
«Sulla famiglia ho assunto dei rischi sul piano della responsabilità perché ho firmato una circolare inviata ai prefetti per impedire la registrazione dei matrimoni gay contratti all’estero. E ho impedito di metter il Parlamento dinanzi al fatto compiuto, come avrebbero voluto fare alcuni sindaci. Ho altresì ottenuto due circolari contro l’educazione gender nelle scuole. Così come mi sono battuto per il bonus di 80 euro per le neomamme. Ricordo che abbiamo fatto una buona legge definita “dopo di noi”. Questi sono i fatti».
Sì, ma la questione della leadership?
«Non sono per la ricostituzione dell’unità politica dei cattolici, non esistono le condizioni. Ma credo che in modo laico ho incarnato valori e principi con scelte che mi sono costate parecchio. Ci sono certi cattolici di destra e di estrema destra che sulla famiglia fanno un problema di vita e di morte e che sulla questione dei migranti erano pronti a chiudere un occhio. Mentre ci sono cattolici di sinistra che della questione dei migranti hanno fatto una priorità, ma che della tutela della vita sin dal concepimento e della tutela della famiglia naturale sono disinteressati. In entrambi i casi credo di avere rappresentato una visione concreta di difesa di alcuni principi che per me sono naturali».
Ha detto che in ogni caso sulle unioni civili non ci sarà una crisi di governo. Non c'è il rischio così che la sua posizione perda di forza ?
«Non credo che con le minacce risolviamo la questione con il Pd. Anzi credo che la minaccia radicalizzi la posizione di quel partito. Invece dico al Pd: noi offriamo il nostro sì alle unioni civili, a condizioni che non vengano equiparate al matrimonio e che vengano stralciate le adozioni. Questo nostro sì non è qualcosa da poco. Ma non possiamo fare uno stravolgimento della legge che riguarda l’attribuzione di più diritti patrimoniali e non matrimoniali, a soggetti dello stesso sesso».
Questa vostra posizione più conciliante non è stata dettata, forse, dal recente rimpasto?
«No, anzi. Quella era una vicenda pendente da dieci mesi. Non abbiamo cambiato posizioni sulle unioni gay perché dico ora le cose che dicevo in passato».
Il commissario ai diritti umani del consiglio d'Europa Muiznieks ricorda all'Italia che è necessario dire stop alle discriminazioni sessuali. E parla di dibattito «emotivo» e non «fattuale» sul tema dell'adozione. Come replica?
«Non condivido questo giudizio. L’Italia è una grande democrazia e questa democrazia tutela il diritto di tutti. Noi siamo pronti a riconoscere non solo un rispetto teorico all’affettività di tutti, ma anche sul terreno patrimoniale a condizione che non si investa il campo delle adozioni. Il diritto di un bambino ad avere un papa e una mamma non può essere calpestato».
Anche a sinistra si levano voci contrarie all'adozione. Non siete soli, quindi?
«Noi siamo figli del nostro tempo. Essere moderni non vuol dire negare il diritto ad un bambino ad avere un papa e una mamma. E non mi si dica che la stepchild non è nulla di tutto questo perché occorre anche valutare l’impatto normativo delle decisioni del Parlamento».
Cosa vuol dire?
«Una norma finisce dinanzi ad un giudice che può stabilire l’estensione a tutti di questo meccanismo di adozione perché se non si smonta l’equiparazione tra matrimonio e questo tipo di uinione, finiscono con l’essere equivalenti, e quindi il primo giudice interpellato può dire che nel matrimonio è consentito l’adozione e quindi lo è anche nelle unioni civili. La nostra è una posizione di buon senso. Per questo chiediamo al Pd di comportarsi come partito guida del Paese, non dividendolo su una questione così divisiva»
Ha detto che dopo il referendum deciderete da che parte stare. Ma con l’Italicum sarete costretti a schierarvi a sinistra o a destra. Che dice?
«Abbiamo una forza che, come si è visto alle Europee, è in grado di superare la soglia di sbarramento. Dopo il referendum dovremo valutare come proseguire perché questo nostro sostegno è nato dalla necessità di fare le riforme e avviare la ripresa dell’economia. Quando invece da parte di Berlusconi ci si chiedeva di fare precipitare tutto. Ora che siamo al traguardo, dobbiamo porci il tema su come proseguire nell’anno finale della legislatura».
È vero che Renzi le avrebbe detto: torna con Berlusconi, che ti riprende ?
«Renzi non se la sogna neanche un’epressione di questo genere con me».
Ma Berlusconi le ha chiesto di tornare in Forza Italia?
«Parto dalla realtà. Quando eravamo nel Pdl, quel partito aveva il 30%. Oggi FI ha il 10%. Dal 2013 ad oggi è stata una debacle».
C’è il rischio che il governo perda il referendum?
«Penso che si creerà un grande fronte del cambiamento contro il fronte della conservazione. E penso che il fronte del cambiamento sarà sospinto dal vento, che non soffia solo in Italia, che vuole cambiare le istituzione».
In Puglia Emiliano tende spesso a porsi in contrasto con Renzi. Che ne pensa?
«Non entro nelle vicende di partito. Ma di Emiliano apprezzo molto l’energia della sua leadeship ma anche il senso di orgoglio e di passione per il Sud».
Emiliano corteggia il sottosegretario Cassano oppure avviene il contrario?
«Quando due uomini di governo della Puglia hanno come punto in comune il bene della Puglia è facile incontrarsi. Non si tratta di un corteggiamento reciproco ma si tratta di fare lo stesso lavoro che punta al bene della Puglia. Lavorando ciascuno nel proprio governo»
Si può pensare ad un’alleanza in Puglia?
«Ritengo che ci siano tutte le condizione, non per fare un’alleanza organica che ritengo prematura, ma per fare come dice Cassano un’opposizione che non abbia né i temi né i toni del grillismo».
Con Fitto come sono i rapporti ?
«Non ho alcun contrasto di natura personale, siamo arrivati alla stessa decisione in momenti differenti».
Potreste ricontrarvi in un nuovo soggetto politico?
«Penso che sia difficile ricostruire il centrodestra perché la leadership l’ha presa la destra. Raffaele sostiene che c’è uno spazio per rifare il centrodestra.
Fitto si è un po’ smarcato. Ora si rifà al leader inglese Cameron. Che ne pensa?
« Cameron è un grande leader europeo, e quindi il mio non può che essere un giudizio positivo. Adesso con Fitto ci divide il giudizio sul governo nazionale».