Usa - Bambina troppo vivace, portata via dall'asilo in manette dalla Polizia

WASHINGTON - Non è la prima volta che i poliziotti della Florida, marcantoni cui non mancano i mezzi di persuasione, mettono le manette a un minore. Ma questa volta lo hanno fatto davanti a una telecamera.
E le immagini dell'arresto di una bimba di cinque anni, dopo aver fatto il giro delle tv d'America, stanno facendo in un baleno quello delle emittenti di tutto il mondo.
La vicenda finirà in tribunale e, forse, qualche agente e, magari, qualche funzionario scolastico subirà sanzioni; o, più americanamente, la famiglia intascherà un indennizzo e ritirerà la denuncia.
Ma l'episodio avvenuto nell'asilo della scuola elementare di St. Petersburg è l'ennesimo esempio delle falle di un sistema in cui le scuole chiamano la polizia quando hanno a che fare con allievi ribelli - e parliamo delle classi materne, non di quelle superiori, dove i ragazzi possono essere armadi grandi due volte i loro insegnanti - e dove la polizia arriva e non sa fare di meglio che mettere le manette ai discoli.

Certo, a scuola ci vanno un po' tutti con la paura, perchè, sull'altro piatto della bilancia, ci sono i continui episodi di violenze a scuola, le storie di studenti che vanno in classe armati - recentemente, lo ha fatto pure un bimbo di sette anni - di ragazzi che compiono stragi, come è accaduto in Minnesota a marzo, nel liceo di una riserva indiana.
Ma insegnanti e poliziotti dovrebbero fare la differenza tra una bambina di cinque anni iper-attiva e discola e un adolescente armato attraversato da turbe omicide e suicide.
La Florida, che è per antonomasia lo Stato dei pensionati, è una sorta di magnete per storie d'infanzia ai confini della realtà: una scia, recente, di ragazzine sequestrate, violentate, uccise da noti «predatori sessuali» che vivevano nei loro paraggi dopo essersi sottratti a ogni controllo della polizia; una bambinetta uccisa dalla «mamma adottiva» cui i servizi sociali statali l'avevano affidata e di cui gli stessi servizi sociali s'erano poi disinteressati, falsificando i documenti di controllo; e, nel contempo, casi di ragazzini omicidi - c'è chi spara al professore, chi strangola l'amichetta- condannati a pene pesantissime, una volta persino all'ergastolo - sentenza poi rivista .

Si direbbe che lo Stato degli anziani ha dei problemi a gestire i suoi giovanissimi. Ma l'avvocato John Trevena è deciso a non lasciare passare l'arresto della bambina di cinque anni e chiama a risponderne gli agenti che sono intervenuti al giardino d'infanzia di St. Petersburg per «ridurre alla ragione» una bambina di cinque anni che era turbolenta: aveva gettato carte per terra, era salita su un tavolo e aveva dato un buffetto a una delle insegnanti.

L'episodio risale al mese scorso, al 14 marzo, ma solo ora la diffusione del video dell'arresto lo ha fatto diventare un caso locale e nazionale. In un locale dell'asilo, le immagini mostrano tre poliziotti avvicinarsi alla bambina, che, in quel momento, vista la mala parata, se ne sta seduta, composta e intimidita, su una sedia un po' troppo grande per lei, con la vestina e la pettinatura ben curate.
Quando gli agenti la prendono e le mettono le mani dietro la schiena per ammanettarla, la bambina grida «no» e scoppia in singhiozzi.
I tre poliziotti l'hanno poi caricata sulla loro auto, sul sedile posteriore, dietro la grata degli arrestati, e l'hanno successivamente riconsegnata alla madre che, furiosa, ha deciso di fare causa alla polizia locale, che, dal canto suo, ha avviato un'inchiesta. Quanto alla scuola, un portavoce ha considerato giustificato quanto avvenuto, che, per l'avvocato Trevena, è, invece, «incomprensibile»: la famiglia sapeva che la bambina aveva problemi con il personale della scuola e stava cercando di ottenerne il trasferimento in un altro istituto.
In Florida, l'episodio coincide con l'approvazione unanime di una legge statale che dovrebbe aumentare la protezione dei minori contro i predatori sessuali: la nuova legge, che il governatore Jeb Bush, fratello del presidente, dovrebbe firmare senza esitazioni, rende obbligatoria una condanna ad almeno 25 anni di prigione, e fino all'ergastolo, per chi molesti un minore al di sotto di 12 anni.
E se torneranno in libertà, i predatori sessuali dovranno portare, vita natural durante, un braccialetto elettronico, per consentire alla polizia di seguirne i movimenti e di essere al corrente della loro locazione. Sempre che gli agenti non siano troppo impegnati ad arrestare bambine di cinque anni.

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