'Ciocche di Elisa tagliate  a mezz'ora dal decesso' Niente Dna di Restivo Le foto della perizia

ROMA - Il "taglio netto" riscontrato su alcune ciocche di capelli di Elisa Claps, “con ogni attendibilità", fu eseguito “volontariamente mediante tagliente, dopo il posizionamento della salma nel luogo di rinvenimento” e dopo almeno 20-30 minuti dal decesso”. E' quanto scrive il medico legale Francesco Introna, nell’ultima pagina della perizia – di cui l’ANSA è in possesso – sul cadavere di Elisa Claps. 

In base a deduzioni di carattere scientifico “ed in considerazione dei tempi di essiccamento del sangue fresco – scrive Introna – riteniamo possibile prospettare che il lasso di tempo tra exitus e taglio della punta di alcune ciocche possa essere stato anche relativamente breve: 20-30 minuti; è questo – aggiunge il medico legale – il tempo minimo necessario per osservare un minimo, non completo, essiccamento del sangue fresco che avviluppa piccole ciocche di capelli”. 

SUL CORPO C'ERANO TRE TEGOLE

Sul cadavere di Elisa Claps, al momento del ritrovamento, “erano disposte, a parziale copertura, tre tegole; altre se ne trovavano appoggiate ed impilate in verticale alla struttura muraria, in tutta prossimità dei piedi della salma”. E’ quanto scrive il medico legale Francesco Introna, nella perizia – di cui l’ANSA è in possesso – eseguita su incarico dei magistrati di Salerno. 

“Sulla salma – aggiunge il perito – non era presente altro materiale di risulta, nè erano presenti segni di apposizione di altre tegole eventualmente rimosse”. 

La prima tegola, non integra - spiega il perito – era tra il cranio e l’avambraccio destro della salma, a parziale copertura di una mano. La seconda tegola “era prospiciente alle regioni toraco addominali di destra della salma e prendeva contatto inferiormente con l’arto inferiore di destra”. La terza tegola, infine, era sull'arto inferiore di sinistra, “con concavità posta a copertura della curvatura propria della coscia”. 

IN SOTTOTETTO DIVELTI ASSI LEGNO SOPRA SALMA 
Nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza, al momento del ritrovamento della salma di Elisa Claps, risultavano mancanti alcuni assi in legno della copertura della struttura, proprio al di sopra del cadavere della studentessa potentina. 

Il particolare, reso noto lunedì scorso durante la trasmissione "Chi l’ha visto?", trova conferma nella perizia – della quale l’ANSA è ora in possesso - del medico legale Francesco Introna. «Gli arcarecci, posti in corrispondenza ed al di sopra del sito di giacitura della salma, apparivano parzialmente divelti», scrive Introna a pagina 8 della perizia, riferendo del sopralluogo effettuato nel sottotetto il 18 marzo scorso, giorno successivo a quello del ritrovamento del cadavere. 

Il dettaglio degli assi di legno mancanti nella copertura del sottotetto – che facevano vedere direttamente le tegole – è poi proposto in una fotografia a pagina 23 della stessa perizia. Il particolare delle travi di legno mancanti nella copertura del sottotetto (visibile in una foto sul sito www.ansa.it) è destinato a far discutere: Gildo Claps, fratello di Elisa, sempre durante la trasmissione "Chi l’ha visto?", ha sostenuto che altre persone si sono recate nella struttura subito dopo, o alcune ore dopo, la morte della studentessa per occultare il cadavere. 

Quelle travi di legno mancanti proprio al di sopra della salma di Elisa – secondo la famiglia Claps (assistita dall’avvocatessa Giuliana Scarpetta) – sarebbero la prova e potrebbero essere state rimosse per attenuare i miasmi legati alla decomposizione cadaverica. L’assassino (del delitto è accusato Danilo Restivo, di 38 anni), stravolto per il delitto appena compiuto – sempre secondo Gildo Claps – non può aver avuto la lucidità di pensare all’aerazione del locale per evitare che fosse scoperto il cadavere. 

«Chiediamo verità sui depistaggi e le coperture di questi lunghi 17 anni», ha più volte detto Gildo Claps dopo il ritrovamento del cadavere della sorella. 

MISURATE ANCHE COORDINATE DOVE ERA SALMA 
La salma di Elisa Claps ritrovata il 12 marzo scorso nel sottotetto della chiesa della Trinità di Potenza giaceva in un punto con coordinate 40ø38'05.17” di latitudine nord e 15ø49'19.38” di longitudine est. Lo si rileva dalla perizia del medico legale Francesco Introna, della quale l'ANSA è in possesso. 

La perizia, di oltre 250 pagine, con ricco corredo fotografico, è stata depositata il 10 aprile scorso e da oltre una settimana è nella disponibilità delle parti. Nella prima parte del documento il medico legale descrive il primo sopralluogo nel sottotetto (le immagini sono sul sito www.ansa.it): il piano di calpestio era in cemento, con brecciame, polvere di cemento, terriccio ed escrementi di colombo. 

Vi erano una rete metallica di un letto pieghevole, chiusa, con all’interno un materasso, una statua sacra coperta da cellophane, una fatiscente struttura in legno dorato. In un angolo, sulla destra entrando nel locale, nel punto preciso indicato dalle coordinate geografiche, era distesa la salma, in posizione supina, con leggero appoggio sul fianco laterale destro; era distesa parallelamente al muro corrispondente alla facciata della chiesa, con i piedi rivolti al muro corrispondente alla parte laterale. 

DELITTO IN DUE MOMENTI RAVVICINATI 
Elisa Claps fu aggredita e mortalmente ferita, nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza, la mattina del 12 settembre 1993, in due momenti diversi ma in rapida successione fra loro, verosimilmente da una sola persona. Lo scrive il medico legale Francesco Introna in una delle ultime pagine della consulenza tecnica – della quale l’ANSA è in possesso – sulla salma della studentessa potentina. 

Più elementi portano gli investigatori a ritenere che l’aggressore fosse Danilo Restivo, detenuto in Inghilterra e che ha ricevuto nei giorni scorsi la notifica di un mandato di arresto europeo per l’omicidio della studentessa potentina. 

L'assassino, forse durante un tentativo di violenza sessuale, colpì Elisa Claps prima avendola davanti e poi mentre la vittima si accasciava. 
Secondo il medico legale, l’assassino stringeva nella mano destra un’arma da taglio, forse un coltello, dotato di una lama lunga circa cinque centimetri. Con il coltello colpì Elisa - che era davanti a lui e gli dava le spalle – prima al collo, poi alla parte anteriore destra del torace. 

I colpi furono inferti con un andamento dall’avanti all’indietro e da destra a sinistra. Immediatamente dopo – emerge dalla relazione del professor Introna – vi fu il secondo momento dell’aggressione: mentre Elisa si accasciava in avanti, l’assassino infierì su di lei colpendola più volte alle spalle, sia nella parte destra sia in quella sinistra. In tutto, nei due momenti dell’aggressione, non meno di 13 coltellate. “E' questa – precisa il medico legale – una delle ricostruzioni dinamiche possibili. Altre possono ugualmente essere prospettate”. 


IDENTIFICAZIONE CERTA GRAZIE A ESAME DNA
A fugare ogni dubbio sull'identificazione del cadavere di Elisa Claps è stato il test del Dna, del quale dà conto il medico legale Francesco Introna nella perizia – di cui l’ANSA è in possesso - depositata il 10 aprile scorso alla Procura di Salerno.
L'esame è stato eseguito prelevando il Dna da un frammento osseo del femore sinistra della vittima e confrontandolo con quello di Filomena Iemma, madre di Elisa Claps. 

Le caratteristiche genetiche sono risultate del tutto compatibili per cui il perito ha concluso “con certezza che la salma appartenne in vita ad Elisa Claps”. Nel dettaglio, il test “ha fornito un risultato di probabilità di maternità tra Iemma Filomena e il cadavere da identificare pari al 99,9992%”.

ORE 14.27  - VACCARI (LEGA NORD), VIA DA MAGISTRATURA PM DEL '93 
"Le parole della mamma di Elisa Claps sono un macigno che devono far riflettere. Il Pm di allora, che con il suo madornale errore ha provocato un’altra vittima, non può più stare in magistratura. Chi sbaglia deve pagare, vale per tutti i cittadini e dunque anche per i magistrati che la devono smettere di coprire sotto l’ombrello della lobby colleghi che provocano simili tragedie”. Lo ha detto, in una dichiarazione, il senatore della Lega Nord Gianvittore Vaccari. 

Vaccari ha chiesto al Csm di attivarsi subito “per aprire un fascicolo a carico del pubblico ministero Felicia Genovese”, una persona, secondo il parlamentare, “che va cacciata via senza tentennamenti considerando che ad Elisa è stata tagliata una ciocca di capelli mezz'ora dopo essere stata uccisa come da perizia odierna del medico legale. Dunque indagini raffazzonate, senza alcun approfondimento, ergo: da incapacità conclamata”.

ORE 18:05 - NON E' STATO TROVATO IL DNA DI RESTIVO
Dagli esami finora compiuti sui numerosissimi reperti recuperati nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza, dove il 17 marzo scorso venne scoperto 'ufficialmente' il corpo di Elisa Claps, non è finora emerso il Dna di Danilo Restivo, di 38 anni, detenuto in Inghilterra e accusato dalla magistratura di Salerno di essere il responsabile del delitto. Lo si è appreso da fonti vicine alle indagini.

Gli accertamenti dei periti nominati del Gip Attilio Franco Orio – Giorgio Portera, Vincenzo Pascale, Eva Sacchi, Cristina Cattaneo e Alessandro Travaglini – non sono, tuttavia, ancora conclusi (essendo previsti altri esami scientifici), per cui è probabile che sarà chiesta una proroga del termine indicato dal giudice per il deposito della consulenza tecnica. Le stesse fonti fanno, peraltro, rilevare che il mancato ritrovamento, fino a questo momento, del profilo genetico di Restivo (chiesto ed ottenuto dalla magistratura di Salerno mediante rogatoria internazionale) non modifica la posizione dell’indagato, restando a suo carico «gravi, precisi e concordanti indizi di colpevolezza in ordine all’omicidio di Elisa Claps» sui quali si fonda il mandato di arresto europeo emesso a suo carico. 

Tra i reperti all’esame dei consulenti – ai quali l’incarico è stato affidato nel corso di un incidente probatorio - figurano gli occhiali di Elisa, un suo braccialetto, un orologio e parte degli indumenti trovati addosso al cadavere mummificato, un’ascia arrugginita e una tuta da lavoro, oltre ad altro materiale «raccolto» nel sottotetto della Chiesa. Al centro dell’incidente probatorio vi sono gli accertamenti per trovare eventuali tracce di metallo su alcune ossa di Elisa, a conferma della tesi secondo cui la ragazza fu colpita con un coltello, ma anche la ricerca di eventuali impronte digitali latenti e di tracce di Dna di persone diverse dalla vittima. 
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