politica
Regionali, per Decaro è già totogiunta: ecco chi sono i papabili. La prossima settimana il ritorno a Bruxelles
Le mosse del neogovernatore e le ambizioni dei partiti che lo hanno sostenuto durante la campagna elettorale. Il Pd punta a 5 deleghe di peso
La giornata del neogovernatore Antonio Decaro è iniziata come la precedente della festa elettorale: fin dalla mattina nel comitato elettorale di corso Vittorio Emanuele. Il leader progressista ha rilasciato interviste e ha iniziato a rispondere ai messaggi di felicitazioni per il successo a valanga nelle regionali pugliesi.
Dopo un passaggio a «Un giorno da pecora» («Ho festeggiato con una birra e una coca-zero, sono a dieta») tra le telefonate ricevute e fatte anche le prime con i neoconsiglieri eletti, in vista della costruzione di una maggioranza coesa in via Gentile. Ieri c’è stato pure un colloquio telefonico con il ministro Adolfo Urso. Al centro del dialogo, dopo le congratulazioni di rito, il dossier Ilva. L’esponente del governo ha illustrato, secondo alcune fonti, a Decaro «i principali dossier di politica industriale che interessano il territorio. Tra questi, particolare attenzione è stata dedicata alla vicenda di Taranto». Proprio al futuro dell’acciaieria ionica è dedicata la riunione unitaria con organizzazioni sindacali, Regioni ed enti locali delle sedi degli stabilimenti del Gruppo, in programma al Mimit venerdì 28 novembre (potrebbe partecipare il governatore uscente Michele Emiliano). Di sicuro Decaro andrà la prossima settimana a Bruxelles per completare i lavori già in calendario della Commissione Ambiente, mentre - dal suo entourage - emerge la determinazione a dimettersi dal mandato europeo contestualmente alla proclamazione.
Tra i partiti e le civiche, in attesa della proclamazione ufficiale degli eletti, si inizia a discutere degli equilibri della giunta regionale: tante le variabili di cui terrà conto Decaro. Nell’intervento post voto di lunedì sera, il presidente ha richiamato la sua regola aurea «di scegliere persone competenti». Di contro ci sono le ambizioni legittime dei partiti: il Pd, partito di maggioranza relativa e forza cardine della coalizione, potrebbe presentarsi nelle consultazioni con Decaro chiedendo una rappresentanza di peso nella giunta. I numeri? I dem ambirebbero ad avere cinque deleghe di peso. Ipotizzare quali, allo stato, è prematuro, ma Sanità e Urbanistica sono le più ambite. Decaro, che dispone di due «jolly», ovvero di due indicazioni da eventualmente appaltare a personalità esterne, potrebbe riconoscere un assessorato al M5S, uno alla civica «Per la Puglia», uno alla sua lista personale «Decaro presidente» (qualcuno sussurra il nome di Felice Spaccavento come papabile per la Sanità). Rimarrebbero due posti vuoti: secondo alcune fonti dem, non si può escludere che ci sia spazio per la lista di Avs, rimasta fuori dal consiglio per il secondo mandato di fila, non avendo superato lo sbarramento.
Decaro ha rimandato ogni trattativa alla fase post proclamazione degli eletti, a cui seguirà il confronto con i partiti, ma di sicuro dovrà tenere conto di altre due variabili. La prima: la giunta terrà conto della parità di genere, con cinque donne e cinque uomini. Sul fronte rosa, non si può escludere che ambisca a ritornare a guidare un assessorato Loredana Capone, mentre per la Cultura ha tutti i numeri la neoeletta del Gargano, Grazia Starace, già assessore al ramo nel Comune di Vieste.
I giochi del toto-giunta, infine, dovranno essere incastrati in una seconda dimensione: ci potrebbe essere un gruppo di eletti ascrivibile per sensibilità all’area del governatore uscente Michele Emiliano. Tra questi gli assessori uscenti Debora Ciliento e Raffaele Piemontese, i consiglieri Ubaldo Pagano, Mino Borraccino, Toni Matarrelli, Rossella Falcone e Stefano Minerva. Già consigliere di Emiliano, Domenico De Santis, neo eletto nella Bat, potrebbe svolgere un ruolo di collante tra le varie anime del Pd, armonizzando le posizioni anche nel Tetris dei possibili assessorati. Ultima variabile: quella dei territori. I dieci assessori dovranno anche essere rappresentativi delle sei province.
A latere della festa elettorale del Pd di lunedì sera, infine, la segretaria nazionale Elly Schlein avrebbe ribadito il suo dispiacere per il passaggio di Ubaldo Pagano, dalla Camera al Consiglio regionale: il parlamentare ci Castellana Grotte è un pilastro del partito nella Commissione Bilancio, e verrebbe meno nelle settimane cruciali in cui si discuterà la Manovra. Pagano, al momento, non sembra intenzionato a fare passi indietro, avendo avuto un riscontro elettorale notevole in provincia di Bari (al suo posto entrerebbe Lucia Parchitelli, sostenuta dalla Cgil Puglia).