l'inchiesta
I poliziotti che hanno preso l'assassino del carabiniere sono vittime di tentato omicidio: «La loro posizione si alleggerisce»
La novità durante il conferimento dell'incarico per l'autopsia sul cadavere di Mastropietro: ai due fuggitivi contestati tentato omicidio e lesioni nei confronti dei Falchi di Grottaglie
Sono indagati per omicidio colposo ma sono contemporaneamente vittime di tentato omicidio e lesioni gravi. Si alleggerisce la posizione dei due poliziotti che hanno catturato l’assassino del carabiniere Carlo Legrottaglie, Michele Mastropietro, poi morto dopo l’arresto. La novità è emersa stamattina nel corso del conferimento dell’incarico per l’autopsia sul cadavere di Mastropietro davanti al pm Francesco Ciardo. Ai due poliziotti (difesi dagli avvocati Antonio La Scala di Bari e Giorgio Carta di Roma) è stata notificata la nuova ipotesi di reato che la Procura contesta all’altro fuggitivo, Camillo Giannattasio, in concorso con il deceduto Mastropietro: questo perché nel corso della fuga (conclusa con la cattura) il pregiudicato 59enne ha più volte sparato nei confronti dei Falchi, che hanno entrambi riportato lesioni derivanti da cadute.
L'ipotesi di reato che li vede vittime di un tentativo di omicidio e di lesioni (già prevista nel decreto di conferimento dell'incarico peritale al consulente della Procura, il medico legale Roberto Vaglio) - secondo la difesa - diventa incompatibile con l’ipotesi che invece vede i poliziotti indagati per omicidio colposo, perché il fatto di essere vittime di tentato omicidio e lesioni (volontarie) rende logicamente non sostenibile l’ipotesi di eccesso di legittima difesa: i poliziotti - questa la posizione della difesa - hanno sparato per difendersi. Ora sarà l’autopsia a dover chiarire, definitivamente, la dinamica della morte di Mastropietro.