la decisione

Autonomia differenziata, la Consulta accoglie il ricorso della Puglia: «Stop trasferimento materie alle Regioni». A rischio i referendum

La legge Calderoli bocciata su sette punti, dai Lep alle aliquote differenziate sui tributi erariali. La Corte: «Le decisioni spettano al Parlamento, non al governo»

BARI - La Corte costituzionale ritiene non fondata la questione di costituzionalità della legge Calderoli sull'autonomia differenziata, ma accoglie alcune specifiche questioni contenute nei ricorsi delle Regioni tra cui, in particolare, in quello della Puglia. E' ciò che la Consulta ha fatto sapere con un comunicato stampa in cui, "in attesa della sentenza", ha dichiarato "illegittime" specifiche disposizioni contenute nella riforma federalista approvata a giugno ed entrata in vigore a luglio.

"L’art. 116, terzo comma, della Costituzione (che disciplina l’attribuzione alle regioni ordinarie di forme e condizioni particolari di autonomia) - è scritto nella nota diramata dal Palazzo della Consulta - deve essere interpretato nel contesto della forma di Stato italiana. Essa riconosce, insieme al ruolo fondamentale delle regioni e alla possibilità che esse ottengano forme particolari di autonomia, i principi dell’unità della Repubblica, della solidarietà tra le regioni, dell’eguaglianza e della garanzia dei diritti dei cittadini, dell’equilibrio di bilancio".

In particolare la Consulta ha accolto un punto nodale del ricorso pugliese presentato dal professor Massimo Luciani e dall'avvocato Rossana Lanza, ritenendo illegittima "la possibilità che l’intesa tra lo Stato e la regione e la successiva legge di differenziazione trasferiscano materie o ambiti di materie, laddove la Corte ritiene che la devoluzione debba riguardare specifiche funzioni legislative e amministrative e debba essere giustificata, in relazione alla singola regione, alla luce del richiamato principio di sussidiarietà". Stop, dunque, al trasferimento in blocco delle materie già oggetto di trattativa con Lombardia, Veneto e Piemonte.

Stop anche al meccanismo immaginato dalla legge per la determinazione dei Lep, i Livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti in tutto il Paese: per la Consulta non è ammissibile "che la decisione sostanziale viene rimessa nelle mani del Governo, limitando il ruolo costituzionale del Parlamento". Stop anche alla "possibilità di modificare, con decreto interministeriale, le aliquote della compartecipazione al gettito dei tributi erariali" che dovrebbero finanziare le funzioni strasferite, perché premierebbe "proprio le regioni inefficienti" nella spesa. Ancora, la Consulta ritiene illegittima "la facoltatività, piuttosto che la doverosità, per le Regioni destinatarie della devoluzione, del concorso agli obiettivi di finanza pubblica, con conseguente indebolimento dei vincoli di solidarietà e unità della Repubblica". 

Il risultato è che si blocca tutto, compresa la trattativa per il trasferimento delle nove materie non-Lep già avviata a partire dalla Protezione civile.  "I relativi trasferimenti" nell'ambito di materie non Lep, ha avvertito infatti la Corte, "non potranno riguardare funzioni che attengono a prestazioni concernenti i diritti civili e sociali".

Privacy Policy Cookie Policy