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Fimmg, solidarietà a medici Puglia per stato di agitazione

 
Redazione online

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Silvestro Scotti, segretario generale della federazione: «In Manovra assenza aiuti a categoria, pronti a mobilitazione»

Mercoledì 30 Novembre 2022, 19:37

19:38

ROMA - «Sosteniamo i colleghi che in Puglia hanno proclamato lo stato di agitazione e saremo al loro fianco per aggiungere la nostra voce alla loro nel denunciare il gravissimo stato di disagio che la categoria vive, sottoposta a carichi di lavoro insostenibili ed economicamente penalizzata per i costi del caro energia». Lo afferma in una nota Silvestro Scotti, segretario generale Fimmg, annunciando l'autoconvocazione del Consiglio nazionale della Federazione italiana dei medici di medicina generale per domenica a Bari. Occasione che servirà a portare la solidarietà di Fimmg nazionale alla segreteria regionale della Puglia, pronta a deliberare la mobilitazione della categoria e a individuare le iniziative di lotta sindacale, ma che si prefigura anche come il primo passo verso un’azione di livello nazionale.

«È francamente inaccettabile la totale assenza di misure di sostegno per la categoria dei medici di medicina generale e la completa mancanza, nella nuova Legge di Bilancio, di capitoli di spesa dedicati al potenziamento di un’assistenza di prossimità e dei contratti dei convenzionati» dichiara Scotti. Inoltre «i medici di medicina generale - prosegue - sono ancora una volta costretti a sostenere in proprio e senza alcun aiuto le spese di gestione di studi che sono veri e propri presidi per la salute dei cittadini, e lo fanno nel pieno di una crisi energetica e d’inflazione che sta diventando francamente insopportabile». «Rispetto alle altre categorie di professionisti che adeguano le tariffe ai costi sostenuti, il nostro - spiega Scotti - è un servizio pubblico regolamentato da una convenzione con il Servizio sanitario nazionale. Abbiamo i redditi fermi a 4 anni fa, ma i costi sono aggiornatissimi. Eppure, il problema viene del tutto ignorato. Noi siamo imprese etiche, sociali, di utilità pubblica che non producono margini». «L'indennità una tantum per il 2023, in attesa del rinnovo del contratto, pari all’1,5% dello stipendio è stata prevista solo per i dipendenti e per la pubblica amministrazione e qualche manina come al solito dimentica di aggiungere i convenzionati. Chiediamo a questo punto l’equiparazione alla misura anche per il personale convenzionato, queste somme potrebbero essere impiegate proprio per sostenere il caro bollette che i medici di medicina generale devono affrontare», aggiunge. «In ballo c'è molto di più di una questione sindacale - conclude Scotti - c'è la tenuta stessa del sistema di sanità pubblica. Se nessuno ci ascolterà siamo pronti ad andare verso una mobilitazione nazionale anche con la serrata dei nostri studi».

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