È «boom» di presenze nei porticcioli del Salento che godono di una salute smagliante. «In estate siamo in overbooking costante tra Lecce e Brindisi. Vuol dire che è ormai difficile trovare un posto barca libero e in alcuni porti è addirittura inesistente». Parola del presidente del Distretto nautico di Puglia Giuseppe Danese.
Ma come si spiega questo appeal?
«Fondamentalmente alla base ci sono due fattori: l’ottima disponibilità dell’offerta e la crescita esponenziale della domanda. Ma a questo ne va aggiunta una terza la bravura e la preparazione degli imprenditori salentini e pugliesi più in generale, perché questo fenomeno riguarda l’intera regione».
Ma cosa è cambiato?
«La fase del covid ha fatto comprendere a molti che la Puglia non è solo un luogo o un porto di passaggio, ma proprio una meta per le vacanze. E questo si registra anche dal fatto che è aumentata del 60% la destagionalizzazione. Moltissime persone tornavano a casa dopo le vacanze. Ora le nostre strutture danno la possibilità ai diportisti di gestire le banche anche d’inverno. Ci sono grandi professionisti che gestiscono la barca quando è a terra e questi servizi contano moltissimo sul turismo nautico. C’è un grande know how nel Salento che ha permesso una situazione straordinaria di crescita: la domanda è addirittura triplicata. Anche d'inverno i posti scarseggiano e non solo in acqua. Per dare una dimensione che l’inverno a terra trovare i posti barca è difficile quanto trovarli a mare d'estate».
Quali sono i porticcioli più forti?
«Nel Leccese: Gallipoli (700-900 posti barca), Leuca (350 circa), Otranto (200 circa); San Foca (circa 300). Nel Brindisino oltre al Marina del capoluogo (circa 700 posti), anche i porticcioli di Savelletri (circa 80) e Ostuni (circa 200) hanno buone performance. Per tutti possiamo dire che c’è il 100% di riempimento».
Questo apre a nuove necessità?
«Sì, c’è bisogno della realizzazione di nuove strutture per il diportismo nautico in grande espansione. E ci sono anche importanti progetti di sviluppo su Otranto e Santa Cesarea, Marina di Nardò. Continua ad esserci una discreta disponibilità su Brindisi e Taranto che hanno maggiore possibilità di offerta».
Ma per avere una dimensione, che numeri ha fatto registrare quest’estate il turismo nautico?
«Beh, possiamo dire grosso modo che nei nostri porti turistici sono arrivate almeno tremila imbarcazioni, sono numeri importanti».
A questo hanno contribuito anche le azioni di marketing messe in campo dal Distretto nautico e dalla Regione ma anche del nuovo brand Marine di Puglia?
«Sì, c’è stato uno sforzo importante che ha permesso ai nostri porti di conquistare una autorevolezza notevole a livello nazionale e internazionale ed hanno permesso non solo l’arrivo di yacht e superyacht ma anche una notevolissima flotta di barche dai 9 ai 20 metri che generano una economia importantissima e che gli imprenditori pugliesi hanno particolarmente a cuore».
Ma quali sono stati i margini di crescita?
«Rispetto all’anno precedente c’è stata una crescita della domanda del 30%, se guardiamo alla fase pre covid siamo invece al 100%. Il fatturato del settore in tutta la Puglia è aumentato del 25%, sono numeri importantissimi».
E in termini di lavoro che numeri si sviluppano?
«Diciamo attorno al settore della nautica si sviluppa un indotto di circa 2.000 addetti su base regionale. Numeri che possono raddoppiare visto l’importante investimento che svilupperà a Taranto il Gruppo Ferretti che prevede circa 2000 assunzioni. Questo potrebbe generare una crescita dell’indotto nautico nei prossimi anni del 500%. Ma il distretto della nautica è propedeutico ed alimenta altre filiere come quella del turismo, della ristorazione, della cultura, solo per fare degli esempi».
Per dare una ulteriore accelerazione state lavorando su diversi fronti.
«Sotto “Marine di Puglia” (una rete costituita da ben 21 Marine, da Rodi Garganico a Santa Maria di Leuca che è il primo progetto in Italia a mettere insieme un numero così importante di porti) stiamo standardizzando servizi e offerta, così saremo più forti e competitivi a livello nazionale e internazionale. Gli imprenditori della nautica si sono messi insieme presentandosi sotto lo stesso “cappello” della regione Puglia e del Distretto nautico e questo è un valore aggiunto. Stiamo lavorando moltissimo sulla promozione portando all’estero nei “boat show” specializzati le aziende del settore e i nostri porti come quelli di Dusserdolf a gennaio 2023; Dubai (marzo 2022) e 2023. È in programmazione nel febbraio 2024 quello di Miami e marzo 2024».
Ma quanto possono crescere i porti del Salento e della Puglia?
«Nei prossimi 1/2 anni si può crescere del 25%».
E di che cosa avete bisogno per fare navigare questo settore facendo crescere la blue economy?
«C'è bisogno di maggiori posti barca, approvare progetti di ampliamento e sfruttare tratti di costa che non sono utilizzati. Bisogna pensare a tanti porti per barche piccole. In questo la Regione sta mettendo in campo investimenti per infrastrutturare i porti per diverse decine di milioni di euro. L’invito a tutte le imprese è quello a cogliere la sfida».